Milano - Più stalker e violenti ammoniti dal questore: in 5 anni sono passati da 118 a 184. Significa uno ogni due giorni. Persone che poi vengono invitate a seguire un percorso al Centro italiano per la promozione e la mediazione (Cipm) con l’obiettivo di cambiare rotta grazie a una squadra di psicologi, criminologi e assistenti sociali. È il cuore del “Protocollo Zeus“ contro la violenza di genere, frutto dell’alleanza tra polizia di Stato e Cipm per intervenire per tempo, per evitare che "una situazione complicata" sfoci in violenza estrema. Insomma, per prevenire. Risultato: i casi di recidiva sono diminuiti.
Opera di prevenzione
L’escalation di ammonimenti è nero su bianco: 184 dal 1° gennaio al 20 dicembre 2022, rispetto ai 157 del 2021 (151 nel 2020, 127 e 118 nei due anni precedenti); 79 (86 un anno fa) riguardano lo stalking e 105 (70 nel 2021) la violenza domestica, che ha avuto un’impennata. Basti dire che gli ammoniti per gli abusi tra le pareti domestiche nel 2018 erano 38, poi sono schizzati a 64 nel 2019 e a 74 nel 2020. Lieve calo lo scorso anno. E oggi superano il centinaio. In totale, secondo i dati forniti dalla Questura, dal 2018 a oggi sono stati registrati complessivamente 737 ammonimenti di cui 384 per stalking, 351 per violenza domestica e 2 per cyberbullismo. Il protocollo Zeus è stato rinnovato ieri, fino al 2025: patto siglato dal questore Giuseppe Petronzi e dal presidente del Cipm Paolo Giulini, criminologo clinico e docente dell’Università Cattolica. Un’iniziativa voluta nel 2018 dall’allora dirigente della Divisione Anticrimine di Milano, oggi questore della provincia di Savona, Alessandra Simone. E "il protocollo ha consentito d’inviare oltre l’86% degli ammoniti al Cipm – fa sapere la polizia di Stato –; tra questi, oltre il 76% ha avviato il percorso trattamentale, con una recidiva registrata minore rispetto a quanti non hanno inteso usufruire dei servizi offerti dal Centro".
Il percorso di rieducazione
Come si interviene con stalker e violenti? "Seguono un percorso rieducativo – ha spiegato Giulini su queste pagine – con l’obiettivo di comprendere pienamente il disvalore penale e sociale delle loro condotte. Nello stesso tempo, l’inasprimento dei provvedimenti (misure di sorveglianza speciale e carcere in caso di violazione) rappresentano un ulteriore livello di prevenzione: si interviene prima che l’eventuale reato sia commesso. Quando si è “sul ciglio del burrone“. "Negli ultimi 4 anni – evidenzia ancora la Questura – si è registrato un decremento delle denunce per maltrattamenti ed atti persecutori, rispetto a un aumento delle violenze sessuali". Nel 2021 sono stati 186 i “nuovi accessi“ al Cipm per il percorso rieducativo destinato a stalker, maltrattanti e autori di violenze sessuali inviati dalle forze dell’ordine ma anche da avvocati, dalle carceri, dall’ufficio che gestisce le misure alternative (del Ministero della Giustizia) e dalla magistratura.