Milano, 15 giugno 2024 – Più di due anni di inferno. Da febbraio 2022 ad aprile 2024. Reclusa in casa per mesi. Con le telecamere montate apposta davanti alla porta di casa per monitorare i movimenti della donna e allertare il compagno in caso di uscita "non autorizzata". E poi le continue vessazioni, le scenate di gelosia, gli insulti e le aggressioni fisiche. Fino alla decisione di chiudere definitivamente la relazione. Mai una denuncia, per paura di ritorsioni da parte di un uomo che si faceva vanto del curriculum criminale della sua famiglia ("Noi spariamo, le forze dell'ordine ci conoscono e hanno paura di noi"), molto nota dalle parti di via Padova soprattutto per il pedigree poco raccomandabile di uno dei componenti. Venerdì sera, però, Aisha (nome di fantasia), trentacinquenne marocchina, ha trovato il coraggio di denunciare il suo ex Cristian C., 45 anni, che poco prima aveva minacciato di tagliarle la testa con una mannaia: "Prima o poi ti ammazzo". L'uomo è stato arrestato dai carabinieri del Nucleo Radiomobile per atti persecutori aggravati e portato a San Vittore su disposizione del pm di turno Enrico Pavone.
Il raid con la mannaia
L'ultima parte della storia inizia alle 19.50 di venerdì 14 giugno, quando un residente di via Padova chiama il 112 per segnalare di aver visto un uomo con una mannaia in mano che si è avventato contro una donna seduta ai tavolini di un bar con altre persone. La centrale operativa di via Moscova invia sul posto gli equipaggi del Radiomobile: quando C. nota i militari in lontananza, prova a scappare, ma viene subito bloccato. In tasca ha un taglierino, ma della mannaia non c'è traccia. A quel punto, gli investigatori dell'Arma si avvicinano alla vittima del raid, che però ha paura di parlare: attorno a lei ci sono testimoni oculari, compresi alcuni parenti del quarantacinquenne, che derubricano l'assalto armato a lite tra fidanzati. I carabinieri tranquillizzano la donna e la accompagnano ad alcune decine di metri di distanza per far sì che possa raccontare liberamente quello che è successo.
Il sequestro dell'arma
Aisha scoppia in lacrime e si libera, dopo anni. Dice che C. l'ha vista al bar, si è avvicinato impugnando una mannaia e gliel'ha appoggiata sulla gola tenendole la testa per i capelli. Quando, però, si è accorto che qualcuno aveva chiamato il 112, è andato a casa, in uno stabile vicino al bar, e si è disfatto dell'arma. I militari decidono di perquisire l'appartamento nella via privata in zona Cimiano e trovano la mannaia in un cassetto della cucina, nascosta sotto un portaposate: ha una lama di 17 centimetri.
Lo sfogo in lacrime
La trentacinquenne mette a verbale il suo calvario: gli atteggiamenti aggressivi di C. sin dai primi tempi della convivenza, nel febbraio 2022; gli occhi elettronici montati all'ingresso e puntati sul cortile interno per sorvegliare i movimenti della donna, con tanto di notifica sul cellulare per avere il controllo totale sugli spostamenti; la testa sbattuta contro lo stipite della porta una sera del maggio 2022 e un tentativo di strangolamento in un bar a fine aprile 2024; gli appostamenti fuori dalla palestra frequentata da lei, dopo la fine della storia. Nessuna denuncia, nonostante due ricoveri in pronto soccorso.
In manette
La versione della trentacinquenne è stata confermata anche da un testimone che ha assistito al raid dalla finestra di casa e da un paio di video acquisiti dagli investigatori in cui è stata immortalata l'intera scena. A valle degli accertamenti d'indagine, Cristian C. è stato arrestato per atti persecutori aggravati e portato in cella a San Vittore, in attesa dell'udienza di convalida.