
Stangata da 20 milioni di euro. Caso UnaReti, Comune condannato
Un conto da pagare di 20 milioni. È l’esito del Lodo arbitrale relativo alla controversia tra UnaReti gas (già A2A Reti gas spa e prima AEM Distribuzione Gas e Calore spa) e il Comune rispetto alla convenzione per la concessione del servizio di distribuzione del gas, stipulata nel 1995 e durata fino al 2004. Una lunga e complicata vicenda giudiziaria che ha visto impegnate per anni le amministrazioni in ricorsi e controricorsi per determinare la proprietà e il valore degli interventi effettuati sulla rete a partire dal 1970. "Secondo l’operatore gli investimenti sulla rete, poi entrati a patrimonio del Comune, non erano stati pagati. Per anni ci sono stati giudizi paralleli, anche per circoscrivere il perimetro temporale. Quando si sono esauriti, è ripartito il lodo con le varie perizie - spiega il sindaco Giacomo Ghilardi -. Sono 17 anni di cause che hanno fatto schizzare gli interessi moratori, già inseriti in una convenzione per noi molto penalizzante per l’ente: su un capitale di 9,9 milioni gli interessi sono il doppio". Una batosta che pesa sul bilancio tanto da poterne minare la stabilità. "Siamo riuniti dalle 9 (di ieri, ndr). Abbiamo la sala tecnica piena di documenti. Ci siamo presi un giorno per leggere la sentenza e nel pomeriggio abbiamo riunione col legale Paolo Sabbioni anche per capire eventuali responsabilità di questa situazione". Una vicenda difficile da ricostruire: il Comune impugna nel 2011, poi nel 2014, arriva una prima sentenza di Cassazione ma si torna in Corte d’Appello e poi ancora al terzo grado di giudizio, ora definitivo. Gli accantonamenti di questi anni non bastano a coprire i 20 milioni. "Stiamo facendo i conti con l’avanzo di amministrazione che negli ultimi 3 anni abbiamo lasciato come avanzo libero senza spenderlo. Stiamo cercando di salvare il nostro bilancio, mantenendo tutti i servizi essenziali soprattutto per le persone fragili". Ghilardi non nasconde la gravità della situazione. "Il Comune che ha avuto un debito come il nostro è Sesto, che è andato in predissesto e ha dovuto svendere le farmacie, il patrimonio e tagliare sui servizi. È una botta non facile da assorbire e abbiamo tempi brevi per verificare come liberare il maggior numero di risorse per non gravare sui cittadini: dobbiamo chiudere la partita in qualche giorno anche perché gli interessi continuano a maturare e il conto a salire".