Milano, 17 agosto 2023 – L’avvio del nuovo anno accademico e i rincari generalizzati, dai canoni di affitto fino al prezzo del carburante (schizzato a quasi 3 euro al litro nel Milanese), ripropone i temi caldi per gli universitari fuori sede: trovare una stanza dignitosa a un prezzo decente. E la protesta delle tende davanti al Politecnico, come la storia di Alessandro Cerioni, lo studente che viveva in 9 metri quadrati a Milano, ricordano quanto sia difficile se non impossibile la ricerca di un compromesso tra vivibilità e prezzo equo in città come Milano. Lo conferma l’ultimo report di Immobiliare.it Insights, secondo cui quest’anno lavoratori e universitari si troveranno ad affrontare una situazione ancora caratterizzata da rincari dei prezzi, anche se avranno a disposizione un’offerta più cospicua, visto l’aumentare diffuso degli alloggi di questa tipologia (+34% per le singole). La domanda continua a crescere, influenzata dalla coda lunga dei rientri post-Covid: la richiesta per le singole è salita infatti del 27% rispetto al 2022.
Milano raffredda i prezzi dopo la protesta delle tende
Con l’inizio del nuovo anno accademico i riflettori erano puntati su Milano, dopo la protesta delle tende che a maggio ha portato decine di studenti ad accamparsi davanti al Politecnico per manifestare contro il caro affitti. La città, per la prima volta negli ultimi anni, ha risposto con una frenata sui rincari, anche se resta comunque la più cara, con un costo medio delle singole di 626 euro al mese, appena +1% rispetto all’anno scroso. Un effetto che è riconducibile anche all’aumento dell’offerta (+36%), nonostante il costante incremento che si registra nella domanda (+15%).
LA MAPPA DEI PREZZI ZONA PER ZONA
Dove salgono di più i prezzi in Lombardia
Milano, la più veloce di sempre nella corsa ai rincari, nel 2023 ha visto crescere i prezzi “solo” dell’1%. Le sedi universitarie più note mostrano un rallentamento della corsa dei prezzi, quando non una diminuzione, per contro alcune città lombarde registrano oscillazioni importanti dei prezzi delle stanze nel 2023, come Brescia: +18%.
I prezzi delle singole
Numeri alla mano, per quanto riguarda i prezzi delle singole, Milano resiste sul gradino più alto del podio, con 626 euro. Bologna supera per la prima volta Roma: per potersi permettere una stanza tutta per sé nella prima bisogna mettere a budget 482 euro, 463 euro nella Capitale. In quarta posizione c’è invece Firenze con i suoi 435 euro. Quasi appaiate Modena e Bergamo, 412 euro e 411 euro rispettivamente. Superano, appena, la soglia dei 400 euro anche Padova e Verona (404 euro e 401 euro, rispettivamente). Poco al di sotto di questa cifra, chiudono la top10 Venezia (396 euro) e Brescia (385 euro).
I costi delle doppie
Diversa la situazione se si vanno ad esaminare i prezzi del posto letto in doppia: se Milano conserva la prima posizione a 348 euro, al secondo posto si trova invece Roma con 272 euro. Terza posizione per Napoli, fuori dalle prime 10 per quanto riguarda le singole, a 258 euro. Seguono Firenze (255 euro) e Bologna (249 euro). Sesta Padova a 231 euro, seguita da Modena dove un posto letto costa 226 euro di media. Tra i 220 e i 210 euro, infine, le città di Torino, Verona e Pavia, che supera di poco la città di Venezia, fuori quindi dalla top10.
Bergamo e Brescia come altrnativa “low cost”
L’aumento dell’offerta è molto significativa soprattutto nei centri satellite, come Brescia (+75%), Bergamo (+49%), che ora si propongono come alternativa ai poli di maggiore dimensione, grazie anche alla presenza di collegamenti rapidi con la grande città e un’offerta didattica spesso similare. “L’attenzione degli ultimi mesi verso la tematica del caro affitto che ha coinvolto in maniera trasversale i principali poli universitari italiani, ha sortito l’effetto di risvegliare l’interesse dei piccoli proprietari verso un mercato, quello delle stanze, appunto, percepito come più redditizio, sicuro e reattivo rispetto a quello tradizionale” osserva Carlo Giordano, board member di Immobiliare.it. Questa crescita degli alloggi disponibili, secondo l’esperto, porterà a un miglior equilibrio tra domanda e offerta che darà un freno alla risalita dei canoni di locazione.
L’offerta anticipa la domanda: ecco dove
C’è poi il caso di città come Brescia, Latina, Trieste, Modena, Messina e Catania che registrano crescite nel numero di alloggi disponibili superiore al 50% rispetto a un anno fa. I piccoli proprietari stanno infatti valutando con interesse queste formule di locazione e qui l’offerta sta anticipando la domanda, con una ragionevole attesa a settembre di prezzi calmierati dalla competizione di mercato. Ma c’è un effetto boomerang sottolinea Giordano: “Nel momento in cui i proprietari decidono di entrare nel mercato delle stanze o dell’affitto turistico di breve termine, ne risulta una diminuzione degli immobili proposti per l’affitto tradizionale di lungo periodo. In Italia lo sviluppo immobiliare è fermo da anni e questo aumenta la probabilità di trovarsi ad affrontare, nel medio periodo, un nuovo caro affitti legato alla scarsità di offerta destinata ai giovani lavoratori o nuove coppie che cercano la loro casa in queste città”.