SIMONA BALLATORE
Cronaca

Statale, numero chiuso e caos appelli. Gli studenti: "Niente colpi di mano"

I dipartimenti devono decidere se imporre un tetto alle matricole

La protesta degli studenti (Newpress)

Milano, 29 aprile 2017 – «Numero chiuso a porte chiuse? Cercasi dialogo». Con uno striscione le liste Obiettivo Studenti e Link–Studenti indipendenti hanno accolto la commissione che si è riunita all’Università degli Studi di Milano per valutare l’introduzione dell’«accesso programmatico» per gli studi umanistici. Oltre tre ore di summit, porte aperte anche ad alcuni rappresentanti degli studenti. «Il presidio all’esterno ha scongiurato un’approvazione lampo del numero chiuso per tutti i corsi di laurea – commenta Tommaso Galeotto, senatore accademico di Obiettivo Studenti – le cose non si mettono per il meglio, noi preferiremmo altre soluzioni».

La palla ora passa ai dipartimenti, che dovranno discutere e approvare il provvedimento entro il 15 maggio, il giorno prima della riunione del Senato accademico. Parte il countdown, giovedì Lingue ha fatto da apripista approvando il primo sbarramento: da ottobre selezione all’ingresso, non basterà solo l’iscrizione, 650 i posti. Si è lontani dalle percentuali di ammessi e non ammessi delle facoltà mediche, ma la sforbiciata ci sarà.

La soglia è stata pensata sulla base del numero di professori e degli spazi – come da direttive ministeriali – ma senza chiudere troppo il rubinetto e mantenendosi al di sopra degli iscritti al secondo anno. «Adesso vedremo cosa delibereranno i singoli dipartimenti anche perché sappiamo che non tutti i professori sono d’accordo sul numero chiuso. Da oggi si aprono i lavori, speriamo di riuscire a portare avanti anche le nostre proposte che vanno verso un maggiore orientamento all’ingresso e a corsi paralleli di formazione», ricordano gli studenti in presidio che, al tavolo, si sono presentati anche con un questionario.

Hanno interpellato tremila compagni per fare un punto dell’ultima riforma. «E sono uscite situazioni da fantascienza – sottolinea Galeotto –: una riforma che si proponeva di migliorare anche l’organizzazione dello studio personale ha creato solo danni, per esempio con il sovraffollamento delle date di esami. Addirittura c’è chi si è iscritto a un appello d’esame ed è scalato sino ad alcuni giorni dopo il secondo appello dello stesso scorso. Dati alla mano abbiamo evidenziato le criticità con uno spirito: discutiamone insieme».

Da quest'anno gli appelli d’esame sono passati da dieci a sei. «L’iscrizione in massa ai singoli appelli ha generato lunghissime code – spiegano gli studenti – costringendo moltissimi a sostenere il proprio esame a distanza di molti giorni dalla data prevista. Non di rado in molti si sono trovati a dover sostenere due o più esami nell’arco di pochissimi giorni, se non addirittura nello stesso giorno. Il record si è toccato a Lingue, dove sono stati programmati 26 appelli di esame nel medesimo giorno».