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di Annamaria Lazzari
Addio a Milano, almeno per un po’. Studenti, professionisti e anche “freschi’’ disoccupati ieri, alla vigilia del lockdown in Lombardia, hanno deciso di tornare nei luoghi d’origine prendendo il treno. Un ritorno, prima che la zona rossa impedisca lo spostamento fra una regione e un’altra rispolverando l’autocertificazione per uscire da casa, condotto senza panico.
Nessuna ressa ieri mattina in Stazione Centrale, a differenza della notte del 7 marzo quando la circolazione sul web di una bozza del decreto sulla chiusura in Lombardia aveva spinto centinaia di persone a prendere d’assalto gli ultimi treni con destinazione Centro e Sud Italia. Fra i viaggiatori che scrutano il tabellone con la valigia d’ordinanza ci sono molti fuorisede delle università. Come Lucilla Rossi, 22 anni, studentessa di Linguaggi dei media alla Cattolica, che ha deciso subito di tornare a Roma "per evitare di non trovare un posto sul treno come era successo durante il primo lockdown". Già da una settimana è abituata a seguire le lezioni solo online, lo potrà fare anche nella Capitale, ma non sarà lo stesso: "I chiostri all’università sono un milieu di fermenti e incontri che dietro uno schermo non si può ricreare", dice.
Martina Ierri, 21 anni, è studentessa di Belle arti ed è diretta a Cosenza: "Io sarei rimasta al Nord ma i miei genitori si sentono più sicuri se torno a casa. Spero che sia solo una breve parentesi. Mi mancherà l’atmosfera di creatività che si respira in Accademia. Senza contare che fare un laboratorio di scultura online è piuttosto complicato". Gianmarco Ruocco, 27 anni, ha scelto di continuare la sua professione di architetto a Taranto. Vive il "south working" con un sentimento rassegnato: "È da un mese che lavoro da remoto. Così ho deciso di tornare in Puglia, risparmiando sull’affitto. Sono felice di vedere ogni giorno la mia famiglia ma vivo con loro da quando avevo 18 anni. Mi spiace lasciare Lambrate, dove ho vissuto sette anni di esperienze umane e professionali incredibili ma potrò vedere il mare ogni volta che ho voglia".
Ferdinando Cecere, 20 anni, è il più rabbuiato: aveva trovato un lavoro in fabbrica, ma l’ha perso. "Ho cercato un altro impiego ma è difficilissimo trovarlo in questa situazione". Così ieri mattina ha preso la via del ritorno che lo riporta dai genitori a Marcianise, provincia di Caserta. Con la morte nel cuore: "Spero di tornare. Aveva trovato anche l’amore".