É iniziata in questi giorni la lunga analisi del contenuto dei “device“ di proprietà di Stefano Boeri l’archistar padre del "Bosco verticale" e direttore della Triennale finito sotto la lente della Procura, indagato per turbativa d’asta in relazione al progetto della Biblioteca europea di informazione e cultura (Beic) che dovrebbe sorgere a Porta Vittoria.
Oltre a Boeri, che ha potenziato il suo team difensivo nominando l’avvocato Francesco Mucciarelli, iscritto nel registro degli indagati anche l’architetto Angelo Raffaele Lunati dello studio Onsitestudio, che ha vinto la procedura di selezione del progetto della Beic, mentre Boeri faceva parte della commissione giudicatrice. Tra gli indagati figurano anche gli architetti Cino Zucchi e Giancarlo Floridi. L’analisi dei periti richiederà molto tempo, stando a quanto ha spiegato la Procura, verrà effettuata per parole chiave e sarà diretta ad accertare l’eventuale esistenza di un “accordo“ o di una “collaborazione“ tra le parti, che già si conoscevano per precedenti relazioni di lavoro. Collaborazioni che confermino il sospetto di il conflitto di interesse adombrato dagli esclusi. Il concorso internazionale per la Beic, a cui avevano partecipato 44 studi di architettura di tutto il mondo, si era chiuso con la proclamazione dei vincitori fatta l’11 luglio 2022: Angelo Raffaele Lunati, titolare di Onsitestudio, aveva battuto il progetto con capofila l’architetto Michele De Lucchi. Con la vittoria erano arrivate subito le proteste degli sconfitti, che avevano sollevato dubbi sull’assegnazione e sulla terzietà della commissione. Due dei professionisti della cordata dei vincitori, Angelo Raffaele Lunati e Giancarlo Floridi, sono in forza al Dipartimento di architettura e studi urbani del Politecnico insieme a Boeri e a un altro dei commissari, Cino Zucchi.