Novate Milanese (Milano) – "Vogliamo che i bambini giochino sui gonfiabili, sui giochi, con la fantasia e per qualche ora non pensino al cellulare". A dirlo sono Rosa Prezioso di 53 anni e la figlia Maria di 29 anni, titolare e gestore del parco giochi Bim Bum Bam, in via Polveriera, al confine tra Novate e Milano. Il loro pensiero coincide con un periodo storico in cui già da piccoli si vedono i bambini distratti dai cellulari, dai videogiochi e spesso perdono di vista quello che hanno intorno a sé. Capita infatti che al posto di giocare in un parco all’aperto o in questo caso, tra gonfiabili, percorsi e altro ancora, i bambini si isolino in un angolo e preferiscano guardare video.
Questa modalità va però nella direzione opposta rispetto all’idea del parco giochi al chiuso, un luogo dove spesso vengono organizzate le feste di compleanno dei bambini oppure in cui genitori o nonni, portano i bambini a giocare. "Abbiamo fatto delle scelte e a differenza di altri posti, non teniamo i videogiochi elettronici o simili, a cui i bambini si dedicano per diverso tempo. Siamo aperti dal 2012 e ci piace l’idea che vengano qui per giocare, socializzare, conoscere altri coetanei e si divertano insieme. Scendendo dai gonfiabili o giocando con le tante possibilità che vengono proposte qui. A volte alcuni bambini chiedono un po’ di musica, le canzoni che hanno sentito in televisione, i ritornelli più famosi e canticchiano saltellando.... semplicemente giocano.
E per noi dell’organizzazione è un piacere vedere che i bambini sappiano ancora giocare, senza stare attaccati a uno schermo", spiegano mamma e figlia. Spesso a dare l’esempio sono proprio i genitori che durante le feste dei figli, si distraggono con il proprio telefonino e non si curano dei bambini che stanno festeggiando un evento importante. Anche per questo i titolari hanno deciso di non attivare il wi-fi. "Ci sono poi genitori quasi stupiti, che ci fanno notare come per un po’ di tempo i bambini abbiano giocato senza distrazioni e dipendenza da telefoni e raccontino di avere conosciuto altri bambini. La nostra non vuole essere l’isola felice, ma un posto in cui si riesca, riscopra il divertimento e la socializzazione tra persone", concludono Rosa e Maria.