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"Stipendi fino al 30%: Camerieri introvabili a Milano"

Le imprese milanesi della ristorazione soffrono la carenza di personale e l'aumento dei costi delle materie prime. L'incremento degli stipendi non è sufficiente a compensare il valore del tempo libero. Confcommercio discute di questi temi durante una tavola rotonda.

La leva economica, cioè aumentare gli stipendi, non basta per attirare personale, soprattutto in quei settori che prevedono turni serali o nei giorni festivi. "Abbiamo provato a incrementare la retribuzione fino al 30% – spiega Sebastian Gatto, amministratore delegato del Savini Group – ma non sono 200 o 300 euro in più al mese a compensare il valore che ha assunto il tempo libero. Non è un incentivo sufficiente". Lo storico ristorante nel cuore di Milano, in Galleria Vittorio Emanuele, continua quindi a cercare personale, vivendo problemi comuni ad altre imprese della ristorazione: cuochi, camerieri, lavapiatti divenuti introvabili. "Tutte le imprese che prevedono lavoro su turni stanno soffrendo – prosegue Gatto – e, inoltre, le persone più preparate vedono una piccola azienda come poco attrattiva per la carriera. Da noi il personale di sala guadagna circa 1800-2000 euro al mese e l’aumento degli stipendi, fino al 30%, non si è rivelato una leva decisiva per risolvere il problema della carenza di organico. C’è inoltre il fattore del calo demografico, e per questo l’immigrazione è una risorsa".

Temi messi sul tavolo ieri, durante la tavola rotonda nella sede di Confcommercio seguita alla presentazione del report della Banca d’Italia sull’economia lombarda. "Incontriamo grosse difficoltà nel trovare personale, anche con basse qualifiche", sottolinea Antonio Morgese, amministratore delle Gelaterie Rigoletto. Per il settore, però, non è l’unico problema. "L’incremento dei costi energetici si è risolto – prosegue – ma lo stesso non si può dire per le materie prime. A luglio 2022 acquistavamo un chilo di zucchero per 0.67 euro e ora lo stesso chilo costa 1.26. Un aumento del 188% che, potendo incrementare il costo finale di una coppetta solo del 7%, ha comportato una forte riduzione dei margini".

Andrea Gianni