
Le stazioni da sci restano chiuse: addio settimane bianche
Milano, 14 febbraio 2021 - “Obbligo di coprire bocca e naso negli spazi ristretti. E un tampone, anche antigenico, effettuato entro le 48 ore dalla partenza per l'Italia”. Sono queste le uniche due precauzioni che rimbalzano sui siti internet di Repubblica Ceca, Polonia e Slovacchia, Paesi che tradizionalmente in questa stagione riempono gli alberghi e le piste delle principali località sciistiche italiane. Mentre nel weekend le autorità italiane si affannavano a riconsiderare la decisione di aprire tutti gli impianti di risalita delle “regioni gialle” a partire da lunedì 15 febbraio, nei Paesi del Nord Europa si stava scatenando una vera rincorsa per la partenza. In Repubblica Ceca le televisioni hanno annunciato con grande enfasi il conto alla rovescia per la settimana bianca, con molte famiglie già pronte a partire nella mattinata di lunedì. Tanto che la revoca firmata domenica pomeriggio dal ministro alla Salute Roberto Speranza ha colto tutti di sorpresa, creando ansia e confusione.
Tutto ciò mentre il Paese sta facendo i conti con una progressione della malattia che da settimane appare fuori controllo. Nel Paese nell'ultima settimana il numero dei positivi era sempre al di sopra dei 9mila su una popolazione che è quasi sei volte inferiore a quella italiana. Nonostante ciò, la voglia di tornare alla normalità è fortissima. Tra le località più gettonate dagli sciatori della Repubblica Ceca c'è proprio la Lombardia. Diversi giornali hanno aggiornato giorno per giorno le notizie provenienti dalle Alpi italiane e in particolare dalla Valtellina.
“I primi clienti dell'agenzia di viaggi Nev-Dama partiranno le rinomate zone di Livigno, Bormio, Santa Caterina, Aprica e Madesimo sabato 20 febbraio – scrive Denik.cz, uno dei principali quotidiani del Paese. Diverse centinaia di persone hanno acquistato i tour e l'agenzia di viaggi prevede che il loro numero aumenterà la prossima settimana”. A Livigno oltre il 25 per cento dei turisti invernali proviene da queste nazioni. In tutta la Valtellina la percentuale sfiora il 30 per cento.
“Dalle reazione dei clienti dei tour operator è chiaro che i cechi non hanno perso interesse per lo sci nonostante la situazione attuale, stanno solo aspettando l'apertura delle stazioni sciistiche – si legge sul quotidiano ceco - I centri seguiranno rigide regole di sicurezza per la pandemia. Utilizzeranno solo il 30 per cento della loro capacità. Il numero di abbonamenti venduti sarà costantemente monitorato”.
Lo scorso anno, all'esordio della pandemia, proprio in Paesi come la Repubblica Ceca e la Polonia c'erano state fortissime polemiche verso gli sciatori di ritorno dalle settimane bianche in Italia. Molti di loro avevano contratto il Covid nelle località sciistiche e lo avevano portato in patria. Il paziente zero della Repubblica Ceca era stato ad Auronzo di Cadore.