
La vita, la lotta, il coraggio di un partigiano che ha combattuto nella Resistenza
La classe 3ªA ha avuto l’opportunità di ascoltare la storia di Angelo Barzago, un giovane che ha dato tutto per la libertà. A raccontarla, i suoi nipoti Paolo e Angelo, che con passione e commozione hanno riportato alla luce una vicenda che non deve essere dimenticata.
Nato a Bussero nel 1925, Angelo si unì alla Resistenza da giovanissimo, spinto da un profondo senso di giustizia e dal desiderio di un futuro migliore per tutti. Trasportava armi, organizzava sabotaggi e lottava nell’ombra, mettendo in gioco la sua vita ogni giorno. Era consapevole del pericolo, ma non esitò mai, convinto che la libertà fosse un valore da difendere a ogni costo. Arrestato il 1° marzo 1945 e torturato per sette giorni nel carcere di Monza, non tradì mai i suoi compagni.
Dopo l’attentato a un ufficiale tedesco a Pessano, le truppe naziste decisero di vendicarsi in modo brutale. Otto prigionieri, tra cui Angelo, vennero prelevati dal carcere e portati vicino al Molgora. Lì, senza alcun processo, furono giustiziati senza pietà. Un colpo di fucile e uno alla nuca segnarono la fine del giovane partigiano. Il suo sacrificio, però, non è stato vano: il suo esempio continua a ispirare le nuove generazioni.
La testimonianza dei suoi nipoti ha permesso agli studenti di immergersi in un capitolo di storia che spesso si rischia di dimenticare. Con parole cariche di emozione, hanno raccontato non solo i fatti storici, ma anche il lato umano di Angelo: un ragazzo come tanti, con sogni, speranze e una vita davanti, stroncata troppo presto dalla ferocia della guerra. Il suo coraggio non era frutto di un’illusione, ma di una consapevolezza profonda: la libertà non si ottiene senza sacrifici.
Gli studenti hanno ascoltato in silenzio, colpiti dalla forza di questa storia. Hanno posto domande, cercato di comprendere cosa spingesse un giovane a mettere la propria vita in pericolo per un ideale più grande di lui. È difficile per le nuove generazioni immaginare un’epoca in cui ogni scelta poteva significare la vita o la morte, eppure la memoria di Angelo ha reso tutto incredibilmente reale.
Non è solo una storia di guerra, ma una storia di resistenza morale, di valori che ancora oggi devono essere difesi. In un’epoca in cui si dà per scontata la democrazia, ricordare il sacrificio di giovani come Angelo è fondamentale. Il suo esempio insegna che la libertà non è un diritto garantito per sempre, ma qualcosa che va custodito e difeso, anche con piccoli gesti quotidiani.
Alla fine dell’incontro, gli studenti hanno lasciato l’aula con un senso di responsabilità nuova. Hanno compreso che la memoria non è solo un esercizio del passato, ma un ponte per costruire un futuro più consapevole. Angelo Barzago non è solo un nome nei libri di storia, ma un simbolo di resistenza e coraggio che continua a vivere nelle coscienze di chi sceglie di non dimenticare.