La scorsa estate a Eros Camporiondo, rider per diverse piattaforme negli ultimi tre anni, gli hanno sottratto il portafogli. "Era la sera, sui Navigli. Un furto con destrezza, direi, visto che me ne sono accorto che mancava dal marsupio dopo un bel po’ di tempo: c’erano dentro ottanta euro" spiega il 49enne che ha scelto deliberatamente di lavorare nel mondo del food delivery.
"Ho trascorso una vita in ufficio a fare il commerciale nel settore automotive ma mi sentivo soffocare a rimanere tutto il giorno in giacca e cravatta. La mia mental coach mi ha suggerito di trovare un lavoro che assecondasse le mie passioni: la mia è sempre stata quella di andare in bicicletta quindi fare consegne a domicilio non è stato un brutto ripiego ma una decisione che non rimpiango" puntualizza.
Da quando però, come ama ripetere, "la strada è diventata il mio ufficio, quel che ha guadagnato in libertà ("e in forma fisica" dice) l’ha perso sul fronte della sicurezza. "L’episodio più grave che ho subìto risale al novembre del 2021. Era la 1.30 di notte e stavo dalle parti di piazzale Cuoco per fare una consegna. Un ladro mi ha rubato il cellulare che tenevo in mano per avvertire il cliente del mio arrivo, sono riuscito a farmelo restituire facendo uno scatto da centometrista ma in compenso un altro, il complice presumibilmente, mi ha fatto sparire la bicicletta elettrica da 1.700 euro, valore assai superiore al telefonino" spiega Camporiondo.
In generale, secondo il ciclo-fattorino, ci sono una serie di zone che la categoria teme, essendo terra di nessuno soprattutto la sera. La mappa della paura include "via Arquà, zona via Padova, in zona Corvetto viale Omero, via Bonfadini, a Mecenate, e appunto piazzale Cuoco a Calvairate".
Ma anche battendo zona centralissime i lavoratori del delivery non sono mai al riparo dai malintenzionati. "Otto mesi fa ero in piazza Sant’Agostino alle 23 di sera per fare l’ennesima consegna. Mi hanno circondato dei ragazzi, italianissimi, facendomi i complimenti per gli adesivi di una nota discoteca attaccati sulla mia bicicletta ma era solo una scusa per mettere in atto un colpo. Sono riuscito a sventare il furto della bici all’ultimo minuto, scappando come un pazzo. Purtroppo dopo un paio di centinaia di metri mi è scesa la catena: si vede che era la mia serata fortunata perché sono venute a soccorrermi delle ragazze dal “cor gentile“ uscendo fuori da un pub. La gang, invece, si è dileguata".