MARIO CONSANI
Cronaca

Strage Olimpiadi di Monaco, Targetti: "Quei terroristi che vidi così vicini a noi..."

Cinquanta anni fa, era il 5 settembre 1972. Tra i testimoni il nuotatore italiano (poi magistrato)

La prima pagina del Giorno con il titolo sulla strage

Milano - Cinque settembre 1972, alle Olimpiadi di Monaco la strage di atleti israeliani sequestrati all’alba dai terroristi palestinesi. Giusto oggi, mezzo secolo fa. Una giornata che ha lasciato un segno indelebile di orrore nella storia dello sport, una data che resterà per sempre nella memoria collettiva e di chi partecipò a quegli eventi in un contesto, quello dei Giochi, che di solito è di festa e di pace tra migliaia di giovani provenienti da tutto il mondo. Tra loro, cinquant’anni fa, c’era anche il milanese Riccardo Targetti, nuotatore ventenne in gara nello stile libero, che al villaggio olimpico dormiva nella palazzina a fianco di quella israeliana e fu perciò in qualche modo testimone dei momenti che precedettero il massacro. In seguito, abdandonato lo sport agonistico, sarebbe diventato magistrato a Milano per anni come sostituto procuratore fino a trovarsi, in qualità di “aggiunto“ più anziano, a reggere per alcuni mesi la Procura.Targetti, che ora è in pensione, nel 2008 affidò i suoi ricordi di quella terribile giornata al Giorno, che lì pubblicò nell’articolo che qui riproponiamo.

Era un ragazzo di vent’anni che, finito l’impegno agonistico, quella notte l’aveva passata in un letto non suo. "Ero rientrato in camera all’alba e dormivo da poco quando vennero a svegliarmi. Fu Mauro Calligaris se ricordo bene, il fratello di Novella: “C’è stata un’irruzione nella palazzina di Israele - mi disse - dalla finestra si vedono i militari”".

Riccardo Targetti oggi ha 56 anni ed è un magistrato della procura milanese che si occupa di bancarotte e altri reati finanziari. Appassionato di gialli, ha scritto anche due libri. Ma trentasei anni fa era un giovane campione italiano di nuoto che aveva partecipato alle Olimpiadi di Monaco. Eliminato in batteria nei 200 stile libero, la sera prima Targetti era stato a far festa con ragazzi e ragazze conosciuti al Villaggio. L’indomani, all’alba del 5 settembre, il suo risveglio fu traumatico. "All’inizio si capiva poco, poi ci rendemmo conto che a 50 metri da noi stava succedendo qualcosa di grave. Le palazzine erano state assegnate in ordine alfabetico, quella di Israele era la più vicina alla nostra. Come in un flash, nel corso della giornata ricordo di aver visto alla finestra dei terroristi con il passamontagna, immagini passate alla storia". I palestinesi di "Settembre nero" avevano già ucciso due atleti israeliani,sequestrandone altri nove. In serata, il tentativo delle teste di cuoio tedesche di liberare gli ostaggi in aeroporto portò alla morte di tutti gli ostaggi.

Quel pomeriggio, prima della strage, Targetti e altri azzurri rientrarono in Italia. "A Linate anch’io, che pure non ero certo una celebrità, venni attorniato dai giornalisti che volevano sapere cosa avevamo visto. Forse solo in quel momento mi resi conto di essere stato testimone di una vicenda storica. Poi la sera i tg dissero che tutti gli atleti erano stati liberati, la mattina dopo capimmo invece la portata della tragedia".

Tre anni fa , alla vigilia dell’uscita del film di Spielberg "Munich", dedicato proprio al massacro degli atleti israeliani, invitato dalla Paramount Targetti ebbe l’occasione di vedere in anteprima la pellicola. "Ma dal film non emerge l’unicità di quell’attentato, quel suo essere quasi sacrilego nel mondo dello sport". Per Targetti, ventenne milanese, figlio d’arte con madre selezionata nel nuoto per i Giochi del ’40 poi annullati perla guerra, il viaggio a Monaco era stata un’esperienza straordinaria. "La prima persona che vidi scendendo la scaletta dell’aereo fu Shane Gould, fortissima nuotatrice australiana. Poi c’era Mark Spitz, che per noi era un mito. E anche Roland Matthes, tedesco, grande campione del dorso, con lui feci amicizia".

Targetti riuscì anche a vedere le gare di altri italiani. "Ammirai Mennea vincere il bronzo nei 200 metri". Sono passati quasi 40 anni, ma quello dei Giochi resta un ricordo bellissimo. "Per me resterà il coronamento di una carriera. Qualche anno fa sono tornato a Monaco con i miei figli, ho ritrovato tutto com’era nel ’72, anche se il Villaggio olimpico ora è un quartiere residenziale". Il nuoto gli ha dato molto, compresa una lezione di vita: "Ho imparato che con l’impegno puoi raggiungere il tuo obiettivo. Ma che senza fatica non ottieni nulla".