
Rosa Bazzi e Olindo Romano durante il processo
Sotto accusa è finito lui. Procedimento disciplinare nei confronti di Cuno Tarfusser, il magistrato della procura generale milanese che ritiene errore giudiziario l’ergastolo inflitto ai coniugi Olindo Romano e Rosa Bazzi per la strage compiuta a Erba (Como) nel 2006. Dovrà rispondere non della fondatezza o meno della messa in dubbio degli ergastoli, ma del modo in cui l’ha fatto. A Tarfusser viene infatti contestato (sulla scia di quanto lamentato dal suo capo Francesca Nanni, pg di Milano) di aver "violato i doveri di correttezza, riserbo ed equilibrio" quando a fine marzo depositò di propria iniziativa in cancelleria la richiesta di revisione della condanna definitiva dei due ergastolani. Avrebbe dovuto farlo solo in accordo con l’ufficio cui appartiene.
"Mi limito a dire che attendo con grande serenità e fiducia l’esito del procedimento nella consapevolezza di non avere fatto altro che il mio preciso dovere di magistrato", si è difeso ieri Tarfusser con un comunicato. Intanto però la sua richiesta di revisione è ancora sul tavolo della pg Nanni e non è stata trasmessa alla Corte d’appello di Brescia che dovrebbe valutarla. Così la difesa dei due condannati spiega che "le norme di carattere interno dell’ufficio non ci interessano" e sostiene che "se qualcuno impedisse la valutazione di quell’istanza da parte della Corte bresciana sarebbe anomalo e gravissimo".
Sono passati quasi 4 mesi dal deposito dell’atto di Tarfusser e al momento non è arrivata alcuna comunicazione ufficiale sull’esito. La pg Nanni, dal canto suo, ha sempre ribadito che sta valutando il caso e che ritiene "falso e offensivo anche nei confronti dell’ufficio" sostenere che stia impedendo la revisione del processo. "È nostro dovere vigilare su questa richiesta che c’è e vogliamo chiarezza su questo punto", insiste l’avvocato Fabio Schembri, legale di Romano e Bazzi.