Milano - «C’era un fortissimo odore di carne bruciata, schizzi di sangue, le putrelle d’acciaio erano piegate come burro: eravamo come ipnotizzati, una scena da incubo che mi porterò dentro per tutta la vita". Giuseppe Ragusa nel 2001 aveva 26 anni, lavorava come dipendente Sea nelle squadre di operai che si occupavano della manutenzione delle piste a Linate. L’8 ottobre di 21 anni fa, giorno del disastro che provocò 118 morti, era di turno. Con i colleghi ha lavorato per ore supportando soccorritori e vigili del fuoco in prima linea nel recupero dei corpi e nello sgombero delle macerie.
Giuseppe Ragusa, che ricordo conserva di quel giorno?
"Ho iniziato il mio turno un’ora dopo l’incidente e, quando sono arrivato, la scena era apocalittica, sembrava di essere in un videogioco. Uno choc anche perché eravamo totalmente impreparati, il nostro era un posto di lavoro tranquillo. Abbiamo iniziato subito a lavorare per offrire supporto e assistenza nello sgombero delle macerie, e non ci siamo più fermati fino a notte fonda. Non dimenticherò mai l’odore di carne bruciata, le putrelle d’acciaio piegate come burro o come fili di lana".
Che clima si è creato fra di voi durante l’intervento?
"C’è stata una collaborazione incredibile, ognuno ha tirato fuori tutta la sua energia senza avvertire la stanchezza. In quel momento è emersa la parte migliore di ogni uomo, come avviene solo in momenti particolari della vita. Da quel giorno è cambiato anche il mio approccio al lavoro, è stato uno spartiacque".
Come è cambiato?
"Ero più triste, meno disposto a prendere alla leggera certe cose, fra le vittime c’erano anche dei colleghi. Negli anni successivi ho iniziato anche a fare attività sindacale con l’Usb cercando di difendere i diritti, fra cui quello della sicurezza sul lavoro".
Il disastro di Linate, come è emerso dalle sentenze, è stato provocato da gravissime carenze nella sicurezza. Quale eredità ha lasciato?
"Lo scalo è stato adeguato e si sono strette le maglie. Fa rabbia pensare che ogni volta i cambiamenti arrivino quando le tragedie sono già avvenute".