Milano – Lo striscione “Curva Sud Milano”, che ha accompagnato per anni il dominio di Luca Lucci al secondo anello blu, resterà fuori da San Siro. La decisione, in linea con quanto accaduto nel caso della Nord interista, è stata ufficializzata nel corso della riunione di giovedì del Gruppo operativo sicurezza, il vertice che va in scena in Questura prima di ogni partita al Meazza: i rappresentanti delle forze dell’ordine hanno fatto sapere al dirigente del Milan che ricopre il ruolo di Slo (Supporter liaison officer), la figura che tiene i rapporti con la tifoseria organizzata, che lo striscione che campeggia abitualmente sulla balaustra non potrà più entrare. A partire dalla gara delle 18 contro l’Udinese, la prima in casa del Diavolo dopo l’operazione “Doppia Curva” che dodici giorni fa ha smantellato i direttivi di Nord e Sud.
La motivazione è facilmente intuibile: quella scritta, legata a doppio filo a Lucci e al piano di tenere gli ultrà sotto un unico cappello, si identifica con un periodo segnato da aggressioni dentro e fuori dall’impianto sportivo, tutte messe in atto da esponenti di spicco della Sud poi in buona parte finiti in manette per associazione a delinquere a valle dell’indagine della Direzione distrettuale antimafia.
Una motivazione pressoché identica a quella che ha portato la Questura a vietare l’esposizione dello striscione “Curva Nord Milano 1969” sulla sponda opposta. Resta da capire come reagiranno gli ultrà che si presenteranno al Meazza per assistere all’incontro delle 18 con i friulani: accetteranno ciò che è stato stabilito o porteranno comunque la “pezza” nel mirino per farsi respingere all’ingresso? Quasi certamente, nessuno tenterà prove di forza, anche perché porterebbero all’emissione di ulteriori provvedimenti che non farebbero altro che decimare ulteriormente i superstiti del blitz della Squadra mobile. L’area del Meazza sarà come sempre presidiata dal dispositivo di ordine pubblico e dagli specialisti della Digos guidati dal dirigente Antonio Marotta.
C’è da dire che gli ultrà rossoneri hanno già chiarito la loro posizione in un comunicato diramato quattro giorni fa: “Noi siamo la Curva Sud Milano”, l’eloquente incipit, a rivendicare l’appartenenza al gruppo di riferimento. Poi gli autori della nota hanno specificato che, a loro modo di vedere, gli accertamenti investigativi hanno fatto emergere nel caso della Sud uno scenario molto diverso rispetto a quello dei cugini: “Non abbiamo mai gestito parcheggi, non abbiamo mai gestito baracchini, non abbiamo mai gestito bar, non abbiamo mai ricevuto e soprattutto preteso biglietti dalla società, non abbiamo mai gestito cose al di fuori del mondo ultras, non abbiamo mai compiuto atti di intimidazione o violenza per accaparrarci profitti derivanti da attività tangenziali all’ambiente dello stadio”. Tradotto: noi siamo sempre stati diversi dagli altri. Quindi, “la risposta se oggi sia il caso o meno di continuare sotto il nome di Curva Sud Milano è più mai un sì, una risposta forte e convinta di tutti i gruppi che oggi costituiscono questa curva e che hanno contribuito con le migliaia di ragazzi che la frequentano a renderla lo spettacolo nello spettacolo”. Conclusione: “Avanti Curva Sud, avanti rossoneri!”.