Dopo la protesta di ieri mattina, arriva la richiesta di confronto e le istituzioni la raccolgono, sarà fissata a breve la data di un’assemblea pubblica fra Comuni, Asst e pazienti. L’’incontro caldeggiato dai comitati che organizzano presidi da 11 mesi ci sarà. Per l’Azienda, l’occasione di ribadire la propria posizione e cioè che le strutture sul territorio "non sono vuote". E per farlo mette in fila una serie di numeri raccolti nei primi dieci medi dell’anno "con 3mila accessi al Punto unico di assistenza, lo sportello che orienta il malato sul caso", "1.020 persone prese in carico dai servizi socio-sociali" , "6.800 prestazioni infermieristiche erogate su prescrizione del medico di famiglia".
Cifre che puntano a riequilibrare la situazione descritta dagli attivisti e per sottolineare il proprio lavoro quotidiano l’Asst ricorda gli "800 accessi registrati per l’assistenza domiciliare", in 580 casi dei quali c’è anche lo psicologo che racconta "lo sforzo di affrontare il benessere a 360 gradi, senza trascurare alcun aspetto". L’attività delle Case di comunità è basata anche su progetti di integrazione, in questo ambito sono stati "729 gli incontri fra Case, Comuni, terzo settore e associazioni". Mentre, "i 558 medici di famiglia si integrano con i piani dei distretti e con gli specialisti che a volte hanno anche l’ambulatorio nelle case di comunità". Infine, ci sono "i 175 incontri pubblici testimonianza dell’impegno alla presenza sul territorio che si aggiungono all’opera delle Case nel promuovere stili di vita corretti in tutte le fasce della popolazione, con particolare riguardo per anziani e persone fragili di tutte le età".
Bar.Cal.