Milano, 28 giugno 2018 - Un anno scoalstico trasformato in un incubo, uno studente diventa bersaglio dei compagni di classe che lo attaccano pesantemente per il suo orientamento sessuale. Discriminazioni omofobe, attacchi verbali violenti e un clima di tensione. È quello che sarebbe accaduto in un istituto superiore di San Donato, dove un 17enne sarebbe stato vessato per mesi. Ad accendere i riflettori su questo pesantissimo episodio di bullismo sono stati i Sentinelli di Milano, la community nata a sostegno dei diritti civili, scesa al fianco del ragazzo «vittima da tempo di discriminazione e omofobia». Secondo il ragazzo, gli insegnanti non avrebbero fatto nulla per bloccare i bulli.
«Succede da almeno sei mesi – si legge sulla pagina Facebook dei Sentinelli – che il ragazzo sia preso di mira da alcuni compagni a causa del suo dichiarato orientamento sessuale. Il tutto avviene nell’indifferenza di alcuni insegnanti e addirittura con la complicità di uno di loro. È stato più volte apostrofato con chiari riferimenti di stampo fascista e omofobo tipo ‘i fro…i devono bruciare tutti’. Lui ha deciso di non subire in silenzio. Il suo coraggio e la sua determinazione sono un insegnamento per tutti noi. Esprimiamo piena solidarietà e appoggio e ci impegniamo ad essere al suo fianco in questa battaglia di civiltà».
La scuola fa muro, gli insegnanti smentiscono le accuse dei Sentinelli, ma lo fanno nell’anonimato. «La situazione è reale ed è nota, ma va discussa con calma», dice la preside reggente, tagliando corto al telefono. «Molti ragazzi arrivano nella nostra scuola con situazioni pregresse di fragilità, tanti hanno subito episodi di bullismo alle medie – racconta un insegnante – e le ricadute si trascinano per anni. Quest’anno due ragazzi hanno tentato il suicidio. Uno è stato salvato dalla Polizia postale che ha intercettato alcune frasi del ragazzo pubblicate su Facebook che alludevano al suicidio, i genitori lo hanno fermato mentre tentava di gettarsi dal balcone di casa».
La famiglia del giovane si è sentita costretta a mettere in piazza il dolore sui social per riuscire a fermare questa escalation di pressioni. «Nella nostra scuola non ci sono mai state discriminazioni legate all’orientamento sessuale – continua l’insegnante -, ci sono tanti ragazzi dichiaratamente gay e non hanno mai avuto problemi». Se la scuola non prenderà posizione netta a sostegno del ragazzo, verificando se davvero ci siano stati insegnanti complici o silenti, gli amici del ragazzo chiederanno aiuto alle istituzioni.