"Una bella batosta, ma d’altra parte che le cose spesso non vadano come dovrebbero andare lo sappiamo un po’ tutti. É la vita". Dichiarazioni a caldo di Mattia Lucarelli, 24 anni, giovane talento del Livorno, figlio dell’ex attaccante Cristiano, condannato a 3 anni e 7 mesi, insieme all’altro calciatore coetaneo, Federico Apolloni, con l’accusa di stupro di gruppo "per induzione", ossia consumato abusando della "condizione di inferiorità" della vittima, una 22enne californiana, che quella sera aveva bevuto molto. Diversa contestazione aveva mosso la pm del quinto dipartimento Alessia Menegazzo, che aveva, invece, configurato uno stupro di gruppo per "costrizione". L’aggravante (in entrambe le declinazioni di induzione o costrizione) ha contribuito a un calcolo maggiore della pena.
Con i due calciatori altri tre amici sono stati condannati a pene più lievi, comprese fra i 2 anni e 5 mesi e i 2 anni e 8 mesi, perché il gup Roberto Crepaldi ha distinto, contrariamente a quanto aveva chiesto la pm, la diversa "partecipazione" allo stupro, concedendo quindi ai tre l’attenuante disciplinata al comma quarto dell’articolo 609 octies del Codice Penale, che prevede una diminuzione della pena "nel caso in cui il contributo del partecipe sia di "minima importanza". In altre parole non sia un contributo ’attivo’.
I due calciatori Lucarelli e Apolloni, secondo la ricostruzione della accusa, avevano violentato la giovane dopo la serata trascorsa nel locale vip "Gattopardo" di via Piero della Francesca, a Milano, il 27 marzo del 2022. Sempre stando alle carte contenute nel fascicolo della procura, il gruppo di amici aveva conosciuto la 22enne fuori dalla discoteca.
La ragazza era salita in auto chiedendo di essere accompagnata a casa, ma i cinque l’avevano portata, invece, nell’abitazione del calciatore Lucarelli. Per i periti dell’accusa la studentessa era alterata, tanto da essere "incosciente", stando a quanto emerso dalla relazione tossicologica e psicologica depositata dal pool dei consulenti nominati dalla Procura (Cattaneo-Candia-Brambilla-Rossetti).
Di questo stato i calciatori si sarebbero "approfittati". Secondo i consulenti delle difese, invece, la ragazza non si trovava in uno stato di alterazione tale da essere incapace di esprimere il consenso e anzi, aveva sostenuto la difesa coi suoi esperti, il tasso alcolemico della studentessa 22enne era sotto lo 0.5, cioè quello che permette di guidare. Per la vittima è stata stabilita una provvisionale di 50mila euro.
"Lo scoglio più grande da affrontare sapevamo che sarebbe stato il primo grado – ha proseguito Lucarelli jr –. Visto il clamore della vicenda, sapevamo di non combattere con i fatti, ma solo con un momento storico e la pressione dei media che vuole la nostra testa, senza realmente indagare a fondo". A lui ha fatto eco l’avvocatessa Margherita Benedini: "Sono ragazzi normali di 20 anni e ora da questa sentenza sono devastati".