Milano – Manca il “quid”. No, non stiamo parlando di Angelino Alfano e dei tempi in cui era l’erede designato di Silvio Berlusconi come leader del centrodestra, bensì di un’ex studentessa dell’istituto Carcano che nel 2023 si è diplomata con 100 su 100. Senza lode. Ed è proprio questo il pomo della discordia: il mancato riconoscimento dell’encomio da parte dei commissari della maturità. La ragazza si è rivolta al Tar per annullare tutti gli atti “nella parte in cui non è stata attribuita la lode”. I giudici, però, le hanno dato torto, com’era accaduto tre mesi fa a un allievo del corso di laurea magistrale di Scienze filosofiche della Statale che aveva chiesto al Tar di aggiungere la lode al suo 110. Secondo la 19enne i commissari avrebbero preso una decisione “illogica e irragionevole”, senza valutare il curriculum con le “imponenti attività extra scolastiche”.
Il collegio presieduto da Daniele Bongiovanni è partito dall’articolo 18 comma 6 del decreto legislativo numero 62 del 2017: “La commissione all’unanimità può motivatamente attribuire la lode a coloro che conseguono il punteggio massimo di 100 punti senza fruire della predetta integrazione del punteggio, a condizione che abbiano conseguito il credito scolastico massimo con voto unanime del consiglio di classe” e “il punteggio massimo previsto per ogni prova d’esame”. Date queste condizioni, entrambe rispettate dalla studentessa, l’articolo 26 dell’ordinanza 45 del Ministero dell’Istruzione prescrive che “la commissione all’unanimità può motivatamente attribuire la lode”. “Può”, non “deve”.
I commissari del Carcano hanno introdotto un ulteriore criterio, per riconoscere la lode a chi avrebbe dimostrato “in occasione delle prove di possedere riferimenti culturali extra scolastici che denotino un atteggiamento di vivace e attenta curiosità, nonché il desiderio di approfondimento e un’ottima capacità critica”.
In questo modo, hanno tradotto i giudici, la commissione ha richiesto un “quid pluris” rispetto alla preparazione necessaria per ottenere il massimo dei voti: non solo “una conoscenza frutto di studio delle materie scolastiche, ma l’acquisizione di ulteriori elementi, l’interesse e la curiosità per la cultura, tutti elementi che dimostrano una “brillantezza culturale” non comune a tutti gli studenti". Al termine dell’esame, i commissari si sono divisi: in 4 hanno proposto la lode, mentre gli altri 3 hanno detto di no; in assenza dell’unanimità, la lode non è stata attribuita.
Per il Tar, “un’eccellente carriera scolastica, un esame scritto brillante e un’encomiabile discussione sono le condizioni per il conseguimento di una votazione (100/100), mentre non possono essere considerati il lasciapassare per l’attribuzione della lode”. E ancora: “La norma evidenzia il carattere premiale ed eventuale, nonché eccezionale, della lode, la cui attribuzione è rimessa alla decisione della commissione, in presenza di due condizioni e con il vincolo della presenza dell’unanimità dei commissari”. Da qui “discende, per un verso, che la decisione di non assegnare la lode non deve essere motivata e, per altro verso, che la determinazione della commissione è caratterizzata da ampia discrezionalità”. Nel caso specifico, la “capacità critica” della studentessa, la rielaborazione dei “contenuti acquisiti” e la “trattazione pluridisciplinare ampia e approfondita” sono bastate alla diciannovenne per arrivare a 100, ma non per avere la lode. In mancanza di “quid” rappresentato dalla “brillantezza culturale”.