ANNAMARIA LAZZARI
Cronaca

Studenti e pensionati dal grande cuore: sono i 140 volontari di Pane Quotidiano

Ogni giorno distribuiscono 3.500 pacchi viveri nelle sedi milanesi di viale Toscana e viale Monza. La richiesta di aiuto è in costante crescita: si sono affacciati nuovi poveri, italiani tra i 45 e i 55 anni

I volontari all'opera

Milano, 10 febbraio 2021 - In viale Toscana e in viale Monza si formano dal mattino presto lunghe code per ritirare sacchetti contenenti del cibo. Nell’ultimo anno ci sono anche tanti italiani sotto i 50 anni fra le persone che si mettono in fila ogni giorno nelle due sedi milanesi del Pane Quotidiano. Prima del Covid l’utenza era formata quasi esclusivamente da senzatetto, stranieri, anziani con la pensione minima. Dopo lo scoppio della pandemia si sono aggiunti i volti dei nuovi poveri, connazionali fra 45 e 55 anni, che prima vivevano una vita dignitosa e oggi, dopo aver perso il lavoro o esser stati messi in cassa integrazione, sono costretti a chiedere un aiuto per soddisfare i loro bisogni primari.

Al momento gli italiani rappresentano il 40% dell’utenza. Per fare un confronto: negli anni ‘90 la percentuale era solo il 10%. "Distribuiamo alimenti ogni giorno, da lunedì a sabato, a circa 3.500 ospiti. Il loro numero è rimasto costante negli ultimi mesi. Ci domandiamo però cosa succederà quando verrà tolto il blocco dei licenziamenti a fine marzo e verranno meno gli ammortizzatori sociali. Con ogni probabilità trovare un nuovo posto di lavoro non sarà facile. Noi speriamo di sbagliarci ma temiamo che ci saranno conseguenze socio-economiche, a causa di questa pandemia, di cui i decisori devono tenere conto da subito" afferma il vicepresidente di Pane Quotidiano, Luigi Rossi. Il contenuto di ogni sacchetto corrisponde a circa 3 etti di pane, un litro di latte, due yogurt, formaggi, frutta e verdura e talvolta salumi. E poi pasta, riso, scatolame, dolciumi. "Il sacchetto varia ogni giorno. L’obiettivo è fornire una razione alimentare che possa soddisfare il fabbisogno calorico sia per pranzo che per cena".

A differenza di altre strutture caritatevoli, qui nessun ospite deve registrarsi con una tessera o mostrare un documento. "Sorella, fratello, nessuno qui ti domanderà chi sei, né perché hai bisogno, né quali sono le tue opinioni" è il motto di Pane Quotidiano che è un’associazione laica, apartitica e senza scopo di lucro fondata nel 1898. Gli alimenti non arrivano dai supermercati ma dalle aziende produttrici, come Ferrero, Barilla, Galbani, Danone. "Non sono prodotti fallati né scaduti: sono esuberi. Per fortuna la solidarietà delle aziende non è venuta meno neppure dopo la pandemia. Nel periodo natalizio la generosità è stata ancora più marcata grazie anche all’impegno di Bauli e Paluani" sottolinea Rossi.

I volontari del Pane Quotidiano sono 140, sia uomini che donne, dagli studenti della Bocconi di 20 anni ai pensionati di 65 anni, che si alternano su turni in modo che sul campo ogni giorno siano almeno una sessantina. Prima l’ospite poteva entrare in struttura e prendere quello di cui aveva bisogno. Per evitare assembramenti la gestione del servizio è cambiata. I sacchetti già preconfezionati vengono distribuiti all’esterno. Si parte non più dalle 9 del mattino ma dalle 7.30. E si va avanti fino a quando non si esaurisce la fila, sempre oltre le 11.