MASSIMILIANO SAGGESE E NICOLA PALMA
Cronaca

Dagli abusi in pronto soccorso al volo dal quarto piano: le ultime ore della 21enne morta a Vizzolo

Milano, il primo ricovero nella notte, poi il trasferimento alla Mangiagalli e il ritorno in Ginecologia con una prognosi di 20 giorni. Il presunto aggressore soffre di vuoti di memoria

Tutto nel giro di poche ore. La denuncia di essere stata violentata da uno sconosciuto. Poi il volo dal quarto piano dell’ospedale di Vizzolo Predabissi, lo stesso in cui la ragazza avrebbe subìto l’aggressione nelle ore precedenti. La tragedia di L.L., ventunenne nata a Cernusco sul Naviglio nel novembre del 2002, si è consumata in meno di un giorno nella struttura clinica del Comune di circa quattromila abitanti dell’hinterland sudest di Milano.

Il pronto soccorso dell'ospedale di Vizzolo Predabissi
Il pronto soccorso dell'ospedale di Vizzolo Predabissi

Ecco la ricostruzione della drammatica sequenza, messa in fila anche in un comunicato diramato ieri sera dal procuratore capo di Lodi Maurizio Romanelli, che sta coordinando le indagini condotte dei carabinieri della Compagnia di San Donato Milanese e della stazione di Melegnano.

Nella notte tra lunedì e martedì, secondo una prima ricostruzione, la ragazza, che si trovava nel pronto soccorso del centro clinico per un ricovero sociale legato a motivazioni pregresse e ancora in fase di approfondimento da parte dei militari, sarebbe stata avvicinata dal ventottenne A.S., italiano nato in Ucraina, incensurato e di professione magazziniere. Quest’ultimo, secondo una versione al vaglio degli inquirenti, era arrivato in ospedale accompagnato in auto da alcuni amici dopo una serata ad alto tasso alcolico; in passato, avrebbe anche subìto anche un intervento chirurgico che gli provocherebbe vuoti di memoria di cui sembra soffra da tempo, ma che non sarebbero collegati allo stato di alterazione psicofisica in cui si trovava martedì notte.

Qui le versioni dei due divergono. La ventunenne, che si trovava su una barella in una camera di degenza, ha riferito agli investigatori dell’Arma di essere stata prima molestata verbalmente dallo sconosciuto, poi palpeggiata e infine violentata. Il ventottenne, invece, ha riferito che il rapporto sarebbe stato consensuale, dopo la richiesta di una sigaretta e un rapido approccio avvenuto mentre entrambi erano in attesa di cure in ospedale. In realtà, sembra che i due si trovassero in due luoghi diversi del pronto soccorso, visto che la ventunenne era in una stanza del pronto soccorso.

La ragazza è riuscita in qualche modo a divincolarsi e a chiedere aiuto agli infermieri dell’ospedale, che a loro volta hanno immediatamente allertato il 112. I carabinieri di Melegnano sono arrivati nel giro di pochi minuti e hanno bloccato il presunto aggressore, che a valle degli accertamenti investigativi è stato sottoposto a un provvedimento di fermo di indiziato di delitto con le accuse di violenza sessuale e lesioni personali. La ventunenne è stata trasportata in stato di choc al centro antiviolenze della clinica Mangiagalli. Al termine degli esami del caso, è stata riaccompagnata nell’ospedale di Vizzolo Predabissi, dove i medici l’hanno dimessa con una prognosi di venti giorni per i traumi riportati. Contestualmente, la ragazza sarebbe stata ricoverata nel reparto di Ginecologia, in vista di un successivo collocamento in una struttura protetta.

Qualche ora dopo, attorno alle 20.30 di martedì, L.L. si è lanciata da una finestra del quarto piano, lo stesso in cui è ubicato il reparto in cui era ricoverata: per lei non c’è stato nulla da fare, nonostante i soccorsi tempestivi per cercare di salvarle la vita. La Procura ha disposto l’autopsia sul corpo della ventunenne, anche se i primi accertamenti hanno escluso ipotesi alternative a quella del gesto volontario. Nel frattempo, la stessa Procura, in particolare la pm Martina Parisi, ha inoltrato al gip la richiesta di convalida del fermo del ventottenne, che si trova tuttora recluso nella casa circondariale di Lodi in attesa della decisione del giudice Francesco Salerno. Al vaglio anche le immagini delle telecamere di videosorveglianza.