Milano, 24 gennaio 2023 - È presente anche Cristiano Lucarelli, l'ex attaccante del Livorno, al settimo piano del Palazzo di Giustizia di Milano, per gli interrogatori di garanzia del figlio Mattia e dell'amico, anche lui 23enne, Federico Apolloni, finiti ai domiciliari venerdì scorso per violenza sessuale ai danni di una studentessa 22enne americana.
L'interrogatorio davanti al gip Sata Cipolla è durato circa 4 ore, dalle 10 alle 14. I due ragazzi hanno raccontato la loro versione della serata: "Per noi è stata una liberazione poter raccontare al giudice la nostra versione dei fatti. Quella sera c'era un clima goliardico, abbiamo scherzato con la ragazza, parlando in itaiano e in inglese e lei era consenziente e d'accordo nell'avere rapporti". L'avvocato dei due ragazzi, Leonardo Cammarata, ha chiesto la revisione delle misure cautelari e su questo punto il gip si è riservato la decisione. Secondo la difesa, a scagionare i giovani accusati sarebbe un filmato che racconta le sequenze della serata. Filmato girato con il telefono cellulare e che, cancellato per non farlo trovare alla fidanzata, sarà recuperato attraverso un esame tecnico sul telefono in questione.
L'accusa
I due, calciatori del Livorno, secondo le indagini della Squadra mobile di Milano coordinate dal pm Alessia Menegazzo, sono accusati di violenza sessuale di gruppo, assieme ad altri 3 amici indagati, per aver abusato della giovane caricata in macchina al termine di una serata in discoteca. Le violenze sarebbero state commesse all'interno di un appartamento milanese di Mattia Lucarelli, difeso dal legale Leonardo Cammarata. E la giovane avrebbe subito abusi mentre era in stato di "inferiorità psichica" perché quella sera aveva bevuto alcuni drink.
La ricostruzione
Stando a quanto ricostruito dagli agenti, la ragazza incontra Lucarelli e compagnia attorno alle 5.15 all’esterno della discoteca Gattopardo di via Piero della Francesca. Si offrono di riaccompagnarla a casa. E invece l’auto si dirige verso Porta Romana: durante il tragitto, i cinque parlano solo in italiano per non farsi capire, salvo qualche frase in inglese per farle avance pesantissime e volgari
I video
Tutto ripreso con un cellulare, come dimostrano i video poi ritrovati dagli investigatori nel cellulare di uno dei tre indagati non destinatari di misura cautelare: "Se puta caso entri in casa, è la fine", dice G.B. alla coetanea. Appena entrata nell’abitazione, la studentessa chiede di andare in bagno. Lucarelli e gli altri ne approfittano "per organizzarsi", si legge nel provvedimento del giudice: "Apolloni si spoglia, mentre gli altri ragazzi si organizzano per posizionare il telefono di B., che sta registrando, dietro la borsa della vittima in modo da nasconderlo, così che lei non se ne accorga".
Il "no" e le violenze
Il loro intento sembra chiaro: riprendere tutto quello che succederà nei minuti successivi, all’insaputa della vittima. Che in un amen si ritrova nell’incubo, nonostante continui a esplicitare il suo "no" a un rapporto sessuale: " Don’t stuck me... I’m not a fucking object... ", che sta per "Non bloccarmi, non sono un oggetto". I presunti aggressori non la ascoltano neppure: per loro, per dirla con le parole del gip, la 22enne "è un dono dal cielo di cui abusare a proprio piacimento".
Da "falla andare via" a "giochiamocela bene"
A un certo punto, la ragazza riesce in qualche modo a divincolarsi e inizia a cercare gli stivali, "verosimilmente per andare via", ma Apolloni ha altre idee: "Leva le chiavi, leva le chiavi, mettile via...", dice a Lucarelli. Che però gli risponde: "No fra’, se vuole andare falla andare". Poi tutto ricomincia, anche se la studentessa continua a opporsi, pur non avendone la forza: "Ora vengo lì che ti chiudo la bocca... cosa stai facendo?", le dice Apolloni. Che poi si rivolge agli altri: "Oh ragazzi, giochiamocela bene, non facciamo i cretini...".
Cristiano Lucarelli: "Mio figlio è innocente"
"Ho letto di avvocati, giudici e leoni tastiera riguardo questi benedetti video". Cristiano Lucarelli ha ripetutamente difeso il figlio: "I video sono stati consegnati da noi spontaneamente alla polizia, non ci sono state perquisizioni. Non c'è nessuna sceno di sesso, come vi vogliono far credere. I video vengono sbobinati per rafforzare l'impianto accusatorio". E ancora: "Se prima ero convinto che mio figlio fosse innocente, dopo aver letto gli atti rafforzo ancora di più l'idea".