ANNA GIORGI
Cronaca

Suicidio di Luca Ruffino, il testamento e quei sei biglietti. Ai figli: dimenticatemi in fretta

Gli inquirenti confermano: non risulta che l’uomo, 60 anni compiuti il 24 luglio, fosse malato. In una lettera ai dipendenti della sua società chiedeva "scusa per gli ultimi due anni troppo faticosi"

Luca Ruffino

Milano – “Chiediamo rispetto e silenzio, in questo momento sono fondamentali". La richiesta di spegnere i riflettori su una vicenda dolorosa, quanto inaspettata arriva da Mirko Ruffino, figlio del neo presidente di Visibilia Luca Ruffino, 60 anni compiuti il 24 luglio, morto suicida nella notte tra sabato e domenica.

Il figlio, che lavorava con il padre alla Sif Italia, l’azienda di famiglia, quotata in Borsa, che si occupava di amministrare 80mila immobili in Italia, è stato il primo a trovarlo a terra, morto, nella sua casa di via Spadolini, sabato sera. Ieri è stato risentito insieme al fratello Mattia e alla compagna del padre, Anna. L’ultima telefonata del manager era stata proprio con la compagna che lo attendeva nella loro casa di vacanza in Sardegna, ma sabato, come da un po’ di settimane a questa parte, lo aveva sentito molto "strano", molto "demoralizzato" al punto da telefonare subito al figlio Mirko e chiedergli di andare dal padre. Ed è stato lui, intorno alla mezzanotte, a trovarlo ancora con la pistola accanto (regolarmente detenuta) e con sei biglietti in cui chiedeva scusa a tutti: quattro destinati alla sua famiglia, uno ai dipendenti della sua società e uno agli inquilini del suo palazzo.

In uno dei biglietti chiedeva scusa ai figli: "So di aver avuto limiti come padre, dimenticatemi in fretta". Riflessioni introspettive, con frasi sintetiche e distaccate. In un altro biglietto indirizzato ai condomini faceva riferimento alla stanchezza degli ultimi due anni, "troppo faticosi". Null’altro, nessun riferimento preciso al caso Visibilia risulterebbe nei biglietti, stando a quanto ha confermato il capo della squadra mobile Marco Calì. Ieri è stato il giorno delle formalità di avviso dell’autopsia. Nel caso in cui l’esame del cadavere avvenga in contesto di ipotesi di reato i familiari hanno la possibilità di nominare un perito che assista all’esame autoptico. Oltre alla relazione conclusiva del medico legale che, fra l’altro, potrà chiarire definitivamente se Ruffino fosse o meno affetto da una qualche grave patologia di cui non era informata la famiglia, nel fascicolo della procura finirà anche l’esame balistico sull’arma, la perizia sulla traiettoria del proiettile e l’esito del sopralluogo della Scientifica.

Dopo verranno risentiti i due figli e la compagna di Ruffino che aiuteranno gli investigatori a capire perché si è sparato e se il gesto fosse o meno legato in qualche modo a qualche timore del manager. "Confidiamo che la procura di Milano faccia con scrupolo gli accertamenti del caso e siamo certi che li farà", ha detto ieri, in tarda serata, l’avvocato Fabio Re Ferré che tutela gli interessi della famiglia di Luca Ruffino, presidente della holding Visibilia.