
Non sono state ancora chiarite le cause del decesso, all’età di 84 anni, del fotografo Bob Krieger, considerato uno dei più grandi ritrattisti internazionali, che ha immortalato i volti più noti della politica, dell’industria, dello spettacolo, della cultura, dello sport, della moda. Il corpo senza vita dell’artista è stato trovato giovedì, mentre si trovava in vacanza a Santo Domingo ospite di amici. Sul caso starebbe conducendo accertamenti anche la polizia locale, interessata a rilasciare il nullaosta per il rimpatrio della salma in Italia. È circolata voce di un possibile suicidio mentre altre fonti parlano di un malore improvviso: la causa della morte dovrà essere accertata dalle autorità per escludere ogni ipotesi di reato. Da molti anni Krieger si recava in vacanza nell’isola caraibica per trascorre il periodo invernale, tra dicembre e febbraio. Anche quest’anno doveva rientrare a Milano a febbraio ma a causa dell’emergenza coronavirus è rimasto confinato per altri mesi nell’appartamento di Santo Domingo. Gli amici di sempre escludono l’ombra della depressione: "L’ho sentito mercoledì, era molto felice perché finalmente sarebbe potuto rientrare a Milano, doveva arrivare proprio stamattina (ieri per chi legge ndr)" ha detto Grazia Vernuccio, amica di lunga data di Bob Krieger e curatrice delle sue ultime mostre.
Nato ad Alessandria d’Egitto, nel 1936, da madre siciliana nipote d’arte e padre di ascendenze nobiliari prussiane, il grande fotografo portava un cognome tedesco, ma era italiano per scelta e vocazione. Krieger amava le sfide che il suo lavoro gli procurava ogni giorno, dagli scatti di moda ai ritratti in bianco e nero dal tocco inconfondibile, da Giorgio Armani a Indro Montanelli, da Bill Gates a Silvio Berlusconi, da Carla Fracci a Valentino, da Miuccia Prada a Gianni Agnelli, di cui è stato ritrattista ufficiale negli ultimi 10 anni della sua vita. Al suo attivo si ricordano tre copertine di "Time Magazine", di cui la più celebre quella che nel 1982 incoronò Giorgio Armani "Re della moda". Corrispondente del New York Times Magazine per otto anni, collaboratore di testate come "Vogue", "Esquire" e "Harper’s Bazaar", fu anche art director di "Bazaar Italia" dal 1970 al 1975.
Krieger amava particolarmente Milano dove risiedeva da sempre. "Diceva che pur ritenendosi un apolide solo in questa città si sentiva davvero a casa sua, che Milano gli aveva dato tutto, il lavoro, il successo e soprattutto gli amici che erano poi la sua famiglia" ha raccontato la curatrice Vernuccio. Per Krieger veva curato una delle ultime mostre un anno fa, a Palazzo Morando, dedicata alla moda femminile. Tra i suoi progetti c’era quella di realizzarne una sulla moda maschile e un’altra di nudi. "Vere opere d’arte - ha spiegato Vernuccio - nessuna volgarità".