Milano, 26 luglio 2023 – Milano e la Lombardia sono state colpite da forti nubifragi con precipitazioni, grandine e raffiche di vento. Cosa ha causato questi fenomeni?
“Potrebbero essere stati provocati da supercelle – risponde Stefano Federico, ricercatore dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima al Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isac) –. Sono delle nuvole di grandi dimensioni, con una struttura organizzativa ben definita: all’interno delle nubi ci sono moti verticali di forte intensità che provocano grandine e precipitazioni. Per comprendere però se si sia trattato o meno di supercelle bisognerebbe vedere le immagini in radar”.
Da cosa sono provocate le supercelle?
“Nelle ultime settimane la Penisola è stata interessata da forti ondate di calore che hanno causato nella bassa atmosfera un accumulo di energia. Nel momento in cui si presenta una perturbazione con aria fredda in quota, come quella che si è abbattuta su Milano, l’incontro tra il sovraccarico di tensione energetica e la bassa temperatura genera i fenomeni che abbiamo menzionato: grandine, raffiche di vento, precipitazioni. Sono eventi atmosferici strettamente legati tra loro”.
Perché?
“Nascono dalle nuvole. La grandine si crea dai moti ascendenti e discendenti che ci sono all’interno delle nubi. Le raffiche di vento sono generate dal fatto che nel momento in cui la pioggia scende, una parte di essa evapora, venendo a contatto con il caldo del suolo. L’incontro tra l’alta e la bassa temperatura crea le raffiche”.
È corretto definire le supercelle dei piccoli cicloni?
“L’organizzazione della supercella, essendo una nuvola ben strutturata, può richiamare quella dei cicloni. Tuttavia sono due fenomeni da non confondere: hanno dimensioni diverse. I cicloni trasferiscono ingenti quantità di calore, a differenza delle supercelle, e hanno un centro vorticoso definito”.
Cosa bisogna fare nel caso in cui ci si trovi nel mezzo di fenomeni estremi?
“È necessario ripararsi, restare in casa e non uscire. Nel caso in cui ci si trovi all’aperto, bisogna aspettare in auto, evitando di parcheggiare sotto alberi o pali della luce. È preferibile rifugiarsi dentro case in calcestruzzo, non in legno. Si pensi alle trombe d’aria negli Stati Uniti: le abitazioni in truciolato vengono rase al suolo”.
È possibile prevedere i nubifragi?
“Non in modo dettagliato e accurato nella lunga distanza temporale. Non si possono prevedere una settimana prima. Essendo ormai abituati a eventi del genere bisognerebbe però intervenire per ridurre le tempistiche nei soccorsi. Le procedure per dare aiuto a chi ha subito danni dovrebbero essere più celeri”.
Quanto incide il cambiamento climatico sul verificarsi di questi fenomeni?
“È difficile dirlo con precisione. Il Mediterraneo per la sua conformazione geografica, circondata dal mare, è un territorio adatto al crearsi di questi fenomeni. Si verificherebbero anche se il cambiamento climatico non ci fosse. Sicuramente però incide sulla frequenza e sull’intensità dei fenomeni”.
Qual è lo scenario che potrebbe realizzarsi nei prossimi anni?
“Ci sarà un aumento di questi eventi meteorologici così estremi. Dovremo adattarci. Anche se dovessimo adottare tutti i rimedi per ridurre l’impatto ambientale, i tempi di reazione dell’atmosfera sarebbero lunghi. Tra 30 anni avremo lo stesso scenario di oggi. L’atmosfera non dimentica”.