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La maggior parte dei contenziosi riguarda committenti e imprese edili
Milano, 25 febbraio 2025 – Alla mole di contenziosi tra clienti e imprese su lavori legati al superbonus, approdati in Tribunale, si aggiungono class action per ottenere dallo Stato italiano il pagamento dei danni subiti, per cantieri interrotti o problemi nella cessione dei crediti nel corso della vita travagliata dell’incentivo nato con l’obiettivo di promuovere la riqualificazione energetica degli edifici e rilanciare l’edilizia post-Covid.
Corte di Giustizia Ue
beffati dal superbonus – perché l’Italia non solo non ha rispettato le direttive europee sull’efficienza energetica ma ha anche ostacolato i cittadini che hanno seguito le leggi. Stiamo raccogliendo le adesioni per portare avanti una petizione, perché siamo stati danneggiati da un provvedimento partito con buoni auspici ma applicato male, a partire dal Governo Conte”.
Una serie di ricorsi ancora tutti da definire, in vari uffici giudiziari, che potrebbero aprire scenari inediti per il futuro. “Con un gruppo di altri cittadini stiamo valutando di rivolgerci alla Corte di giustizia dell’Unione Europea in Lussemburgo – spiega Antonio Damanti De Caro, uno dei milanesi rimastiTribunale di Milano
Antonio Damanti De Caro ha in corso anche una causa, davanti al Tribunale civile di Milano, contro l’impresa a cui si era affidato per i lavori nella sua casa a Barzago, nel Lecchese. “Lavori che si sono fermati quando c’è stato il blocco della cessione dei crediti – spiega – e sono ripresi solo dopo un anno. Le opere previste non sono state completate, e l’edificio al momento è ancora inagibile. Per noi non è solo un danno economico, ma anche morale e psicologico”.
Class action
Non casi isolati, ma un fiume di contenziosi “fotocopia“ fra privati arrivati sul tavolo dei giudici. Poi ci sono le cause pilota, come quella che sta portando avanti l’associazione Cande (Class Action Nazionale dell’Edilizia) presieduta da Roberto Cervellini: oltre 250 imprese del settore delle costruzioni si sono riunite per chiedere al Tribunale un risarcimento danni allo Stato italiano.
Nel mirino le norme che hanno incagliato i crediti previsti nell’ambito della famosa misura che riconosceva agevolazioni, detrazioni e rimborsi per interventi di natura edilizia. Una sentenza favorevole potrebbe fare da apripista, mentre la partita si gioca anche su un altro fronte europeo: in questo caso davanti alla Corte europea per i diritti dell’uomo a Strasburgo, con un ricorso studiato per conto di alcuni “esodati“ del superbonus dall’avvocato Francesco Verri, dello studio internazionale Ontier.