REDAZIONE MILANO

Superbonus e facciate. Sequestrati 65 milioni in falsi crediti di imposta

L’indagine della Finanza ha svelato l’ennesima frode nel mondo all’ediliza. Nel mirino degli investigatori una società di servizi informatici. che poi è entrata nel business delle agevolazioni sulle ristrutturazioni.

É finita sotto la lente della procura la società "Advanced Global Solution" con sede a Pero, nell’hinterland milanese che si occupava ufficialmente di servizi informatici ma poi, stando alle indagini, era entrata in un business ben più redditizio quello dell’edilizia. In questo campo, sempre stando alle carte della accusa ha messo in atto, le truffe contestate in materia edilizia sfruttando i complessi meccanismi del superbonus e del bonus facciate. I committenti, sempre stando alle indagini della Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza e della procuratrice aggiunta Bruna Albertini, sarebbero state delle strutture alberghiere della riviera romagnola, già, in passato oggetto di accertamenti.

I tre sequestri sono stati eseguiti dagli investigatori da luglio scorso in avanti. I crediti di imposta venduti dalla società sarebbero stati acquisitati, in buona fede, anche da istituti di credito, tra cui Poste Italiane (totalmente estranea alle indagini). Il Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza ha sequestrato, "per il conseguimento di erogazioni pubbliche" e autoriciclaggio, oltre 65 milioni di euro di crediti d’imposta inesistenti, di cui 57 milioni riconducibili al cosiddetto "bonus facciate" e circa 8 milioni a lavori di recupero edilizio assoggettati al "superbonus 110%". L’indagine ha al centro un "meccanismo" di frode.

La presunta truffa si sarebbe basata, come spiegano gli investigatori, sulla "creazione e monetizzazione di crediti d’imposta maturati nell’ambito delle misure di sostegno all’economia introdotte nel settore degli interventi di ristrutturazione e della riqualificazione energetica".

La società, stando alle carte della accusa, avrebbe "acquisito fraudolentemente crediti di imposta a fronte di lavori edilizi che in realtà non sono stati mai effettuati, benché fatturati ai committenti e poi "trasferiti a favore di tre distinti intermediari finanziari realizzando ingenti profitti illeciti". Sono stati disposti così tre sequestri dalla procura. Prima sui "titoli che la società" aveva acquistato riutilizzando "circa 15 milioni di euro derivanti dalla monetizzazione di crediti d’imposta inesistenti".

Poi, su "crediti fiscali fittizi per circa 57 milioni di euro, ceduti dalla società ad alcuni intermediari finanziari". Infine, altri 8 milioni di euro di "crediti inesistenti, ancora presenti nel cassetto fiscale della società indagata, evitando così che potessero essere monetizzati".

Anna Giorgimail: anna.giorgi@ilgiorno.it