Scuola, in Lombardia allarme supplenze: “L’80% dei posti del sostegno a personale non specializzato”

Mancano gli insegnanti qualificati, il segretario Cisl Scuola di Milano Metropoli Massimiliano Sambruna: “Le scuole si vedono costrette a coprire queste posizioni con docenti privi della necessaria formazione”

Studenti a scuola (foto di archivio)

Studenti a scuola (foto di archivio)

Milano – Anno scolastico 2024/25 al via in Lombardia. E non mancano i problemi. Massimiliano Sambruna, segretario generale della Cisl Scuola di Milano Metropoli, ha lanciato l’allarme: in regione l'80% dei posti messi a disposizione per l'insegnamento di sostegno finisce per essere coperto da personale non specializzato, e la tendenza non sembra destinata a migliorare.

"L'Ufficio scolastico regionale - spiega Sambruna - ha autorizzato circa 12.500 posti aggiuntivi in deroga entro il 31 agosto, in risposta alle numerose certificazioni di disabilità sopraggiunte dopo la chiusura delle iscrizioni. Ma il personale qualificato scarseggia, e così le scuole si vedono costrette a coprire queste posizioni con docenti privi della necessaria formazione".

Nel primo bollettino dell'anno scolastico appena iniziato, dice Sambruna, "erano conteggiati sia i 3.880 posti utilizzabili per contratti a tempo indeterminati non coperti, che avrebbero dovuto essere assegnati a insegnanti specializzati ma che sono rimasti vuoti, sia i 12.500 posti in deroga. Il totale supera i 16mila posti, distribuiti nelle varie province lombarde che devono essere coperti con le Gps (graduatorie provinciali per le supplenze). Eppure, molti di questi posti vengono coperti da personale privo della specializzazione necessaria".

Ci sono eccezioni, aggiunge Sambruna: in province come Milano e Bergamo, grazie all'uso di docenti inseriti nella prima fascia delle graduatorie provinciali per le supplenze, "si è riusciti a coprire gran parte delle posizioni vacanti nelle scuole medie e superiori". Questi docenti, dopo aver completato il periodo di prova, "vedranno trasformarsi il loro contratto da determinato a indeterminato". Ma altrove la situazione è ancora grave: "Molte province lombarde - spiega - non sono riuscite a coprire i posti disponibili, che restano affidati a supplenze temporanee".