Dalla battaglia (vinta) di Silvia Stoyanova per entrare al concerto di Taylor Swift a San Siro alle storie e battaglie quotidiane di tanti “Swifties“ che, accompagnati dalle canzoni, si sono messi a nudo, condividendo cicatrici e spiragli. Si chiama “Swifties - Opera Omnia“, e non è semplicemente una raccolta di lettere di fan, indirizzate a Miss Americana. Stoyanova ci pensava già prima del tanto atteso (e sudato) live: aveva acquistato un biglietto “vip“, non poteva accedere perché è sulla sedia a rotelle e i posti dedicati a chi ha disabilità erano pochissimi. Troppi gli esclusi. La sua strada si è incrociata con quella di Lisa Milani, 31enne di Bassano del Grappa: insieme hanno creato “Un posto per Silvia“. Ma anche quando lo hanno conquistato (a suon di oltre 40mila firme e appelli) hanno pensato che quel posto non era solo per lei e che la battaglia dovesse proseguire. "Un posto per Silvia vuole essere un posto per tutte le persone che spesso sono invisibili – raccontano, insieme –. C’è un posto per Lisa, bullizzata da sempre per il suo aspetto fisico. Un posto per Giulia, che è cieca, ma che desidera vedere i colori del mondo. Un posto per Alessandro, transgender che si sente rifiutato da una società che a volte fa troppo in fretta a dimenticare cosa significhi la parola amore". Così hanno lanciato l’appello agli Swities già prima della data di San Siro: "Scrivete la vostra lettera per lei". Ciascuna è accompagnata da una canzone: da Anti-hero a Invisible String, passando da The Great War. "Un posto per Silvia vuole dare la possibilità a tutti di essere visti e, in questo caso, letti", sottolineano. "Fare parte di questo progetto significa poter dare voce a tutte le persone che in Taylor Swift vedono una risorsa positiva da cui attingere nei momenti di difficoltà – ribadisce l’alleata e co-autrice Lisa Milani - . Non è un libro in cui si parla del fenomeno musicale e della sua carriera, ma di come la sua musica riesca a modellarsi sulle vite di ognuno di noi". Dopo il concerto sono arrivate una valanga di lettere: "Siamo state sommerse da storie, è stato difficile sceglierle – confessa Silvia –. Ne abbiamo selezionate una cinquantina, ma l’intento è non escludere nessuno: c’è uno spazio vuoto da riempire e il progetto prosegue sui social".
All’iniziativa si è unita anche Gloria Lago, illustratrice veneta: si è lasciata ispirare da ciascuna lettera e canzone per dare forma a quelle storie, così toccanti. "Partecipare per me è stato un grande onore – racconta – mi è stata la possibilità di mettermi in gioco e provare a me stessa che non devo sempre sminuirmi. il tutto ovviamente è avvenuto grazie alla cieca fiducia di Silvia e Lisa, che mi hanno sempre spronata, che hanno sempre creduto in me, anche quando io non lo facevo. Illustrare questo libro è stata per me l’occasione di fare arte ispirata da altra arte, dalle canzoni di Taylor e dalle lettere degli swifties". Ad aprire il libro anche il parere di psicologi e psicoterapeuti sulla potenza terapeutica della musica, sulla differenza tra essere fan e idolatria “tossica“. "In questo viaggio ho trovato tanti alleati, sconosciuti che sono diventati amici – ricorda Silvia – impossibile dimenticare il signor Francesco, che è stato i nostri occhi a Times Square mentre proiettavano il mio appello? Sul Led a pochi metri da me c’era Taylor Swift". Per il libro Lisa l’ha raggiunta a Milano: "Mi leggeva le lettere e incrociava sempre i miei occhi in lacrime. “Ancora piangi?“ Impossibile trattenermi, entravo in empatia con tutti". C’è chi ha raccontato il lato più delicato della sua vita, problemi d’ansia, disturbi alimentari, abusi. "Ma alla fine leggere queste storie è come ricevere una goccia di miele, che scende nell’anima – racconta Roumi Marinova, mamma di Silvia –: tutte raccontano di come questi ragazzi si siano aggrappati all’arte, per salvarsi, nonostante tutto. La musica è terapeutica. Questo libro non è stato creato per cantare un “Gloria a Taylor Swift“ ma porge una scaletta, che non è di marmo né d’oro, che è difficile da scalare ma alla quale ci si può aggrappare". È l’eredità della battaglia di Silvia. Che ora vuole entrare nelle scuole per diffonderne i valori, contro bullismo ed emarginazione. Ha già fatto capolino alla Saint Louis School di Milano. Il libro, pubblicato da Pendragon, è già stato tradotto anche in inglese. Prossimo obiettivo? "Farlo arrivare a Taylor. E abbiamo tante idee a riguardo..."