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Tagli alla Heineken Soldi sul tavolo per le dimissioni

"Il blocco del licenziamenti è stato sicuramente un’arma a nostro vantaggio in questa trattativa, che ci ha permesso di ridurre il più possibile l’impatto sui lavoratori". Il segretario generale Fai-Cisl Lombardia, Massimiliano Albanese, esprime soddisfazione per l’accordo raggiunto fra i sindacati e il colosso della birra Heineken, che nei giorni scorsi aveva annunciato 93 esuberi in Italia, fra cui 46 nella sede di Sesto San Giovanni, “congelati“ dal blocco dei licenziamenti fino a marzo. L’intesa prevede incentivi per l’uscita volontaria, da 28 fino a 35 mensilità con il successivo accesso alla Naspi, prepensionamenti, trasformazioni dei contratti full time in part time. "Con l’intesa raggiunta si definisce un percorso complesso ma condiviso per la gestione di un piano capace di ridurre concretamente l’impatto sociale", spiegano in una nota i sindacati Flai-Cgil, Fai-Cisl e Uila-Uil, che avevano proclamato lo stato d’agitazione negli stabilimenti.

"È importante anche perché costituisce un modello positivo – sottolinea Albanese – in uno scenario che nei prossimi mesi, purtroppo, vedrà aumentare gli esuberi nelle aziende che stanno registrando difficoltà a causa della crisi". Il colosso della birra olandese, il secondo gruppo al mondo, sta subendo le ripercussioni della chiusura di pub e ristoranti, che non sono compensate dalle vendite nei supermercati. Calano i consumi, e le conseguenze sono ridimensionamenti e tagli che nel quartier generale di Sesto colpiscono soprattutto impiegati e personale del settore commerciale. Dall’inizio della pandemia tutta la filiera della birra in Italia ha perso 1.6 miliardi di euro.

Andrea Gianni