Milano, 9 luglio 2018 - Con l'accusa di maltrattamento di animali, in particolare per aver cagionato lesioni senza necessità, si profila un processo per il padrone di un American Staffordshire Terrier e di un veterinario finiti sotto inchiesta a Milano per aver tagliato i lobi delle orecchie al cane apparentemente per una ragione sanitaria ma in realtà, secondo la Procura, per motivi estetici: gli esemplari con tale amputazione vietata dalla legge hanno buone chances di vincere i concorsi di bellezza. I pm Mura Ripamonti ha, infatti, chiuso le indagini nei confronti del veterinario, con studio sui Navigli ma residente a Pavia e del padrone del cane, un avvocato di 36 anni milanese, in vista del rinvio a giudizio dei due per citazione diretta.
L'inchiesta è una tranche di quella avviata a Reggio Emilia - sono stati trasmessi gli atti nel capoluogo lombardo - avviata in seguito ad un controllo della Asl nel corso del "Golden Edition Show" che si è svolto a febbraio 2017 a Scandiano, sulle colline emiliane. Lì furono trovati 16 cani, prevalentemente, Pittbull e American Stafforshire Terrier, con le orecchie mozzate e per uno dei casi la competenza era appunto di Milano. Il veterinario interrogato, ha spiegato di aver praticato una "conchetomia terapeutica", nel 2014, quando il cane era piccolo, poichè alla visita "si palesava una parte di cancrena sulla parete distale di entrambi i padiglioni auricolari" dell'allora cucciolo. Cucciolo che, come gli aveva spiegato il padrone quando era venuto nel suo ambulatorio, qualche giorno prima si era ferito dopo essersi "infilato in un roveto" e a nulla erano servite le medicazioni alle orecchie effettuate a casa. Versione a cui il pm non ha creduto.