
Un momento della partita tra la squadra de Il Giorno e TeleLombardia e i detenuti del carcere di Monza
Il campo di gioco è più largo, più verde. Rispetto a San Vittore ci sono quattro giocatori in più, due per parte. Da calcio a 5 a calcio a 7, senza che a mutare sia lo spirito dell’iniziativa che consente ai detenuti della Casa circondariale di Monza di disputare una serie di partite, tra cui quella contro la squadra formata dai giornalisti de Il Giorno e TeleLombardia, giocata nei giorni scorsi, quando la struttura ha accolto l’incontro amichevole.
A seguire il percorso dei ragazzi, in gran parte giovani, è il Csi Milano che con lo stesso progetto è presente anche nella struttura milanese (dove la squadra ha appena vinto da imbattuta il proprio girone nel campionato invernale).
Chi settimanalmente va in campo e si allena fianco a fianco coi detenuti, portando avanti il progetto del Csi, ne raccoglie anche le confidenze, le storie. Per la maggior parte si tratta di ragazzi caduti nella rete della microcriminalità, manovrati da “pesci“ più grandi e provenienti da contesti complicati, che spesso ne hanno favorito la deriva.
Alcuni giocatori in campo mostrano doti fisiche e tecniche non indifferenti, coltivate prima della vita detentiva e che il progetto del Csi aiuta a tenere in allenamento. La formazione è in continuo divenire. Alcuni componenti che lo scorso anno erano parte del gruppo sono finiti a Bollate, altri sono stati trasferiti altrove. Sia agli allenamenti che alle partite partecipa anche l’istruttore del Csi che più da vicino si occupa dei ragazzi. Talvolta, come nel caso dell’amichevole contro i giornalisti, la partecipazione si rende necessaria anche per riequilibrare i valori tecnici e la media anagrafica. Per quanto il risultato finale, ovviamente, sia ben lontano dall’essere la priorità dell’iniziativa.
M.T.