MARIO CONSANI
Cronaca

Mazzette Atm, spuntano i contanti. L’inchiesta coinvolge altri manager

Perquisite casa e ufficio di mister appalti Bellini. Trovati 67mila euro. L’ombra dei conti all’estero

Continuano le perquisizioni delle Fiamme gialle ordinate dai magistrati di Milano

Milano, 25 giugno 2020 - Diciassettemila euro a casa, più altri 50 mila in ufficio. Che Paolo Bellini - fino a martedì dirigente Atm ma ora in carcere per corruzione - amasse le banconote si era capito dalle sue conversazioni intercettate al telefono. E infatti due giorni fa gli uomini della Guardia di Finanza, nel corso delle perquisizioni disposte per l’inchiesta su tangenti e appalti truccati per i lavori del metrò, hanno trovato quel bel gruzzolo nella disponibilità del manager ritenuto l’ideatore di un vero e proprio sistema delle mazzette nell’Azienda dei trasporti milanesi, che però è parte lesa. Così, oltre ai 17mila in contanti custoditi nell’abitazione di Bellini, che era responsabile degli impianti di segnalamento e automazione delle 4 linee metropolitane di Milano, gli investigatori del Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf hanno scovato gli altri 50 mila euro, sempre cash, negli uffici della Ivm, una delle due società (l’altra era la Mad System) utilizzate dal dirigente, che ne era socio occulto, per ottenere subappalti dalle imprese vincitrici delle gare Atm che lui stesso avrebbe truccato fornendo a quelle informazioni privilegiate. Il “metodo Bellini“, per l’appunto.

Difeso dall’avvocato Massimiliano Leonetti, il manager dovrebbe essere sentito dal giudice oggi, quando inizieranno gli interrogatori di garanzia per i 13 arrestati su ordinanza firmata dal gip Lorenza Pasquinelli e richiesta dal pm Giovanni Polizzi con il procuratore aggiunto Maurizio Romanelli. Gli investigatori hanno portato a termine ieri le perquisizioni iniziate il giorno delle manette, andando anche alla ricerca di conti correnti bancari e cassette di sicurezza, anche riferibili a Bellini che in passato avrebbe avuto pure un conto in Svizzera. Altri 20mila euro sono stati trovati ad un indagato che lavora per la Engineering Informatica, una delle società coinvolte nell’inchiesta. Dagli atti, come scrive il gip, è emersa anche la confessione - da parte di Bellini - di "una maxi corruzione penalmente prescritta" sull’appalto vinto da Alstom nel 2006 sui sistemi di segnalamento della Mm: "Con una valigetta, a mezzanotte e qualcosa si è incontrato con il direttore generale ... alle 2 di mattina ha vinto Alstom... è andato via un milione eh". Il manager Atm aveva del resto anche un obiettivo preciso: "Vorrei farmi un conto gabbietta, diceva. Un "omaggio", annota il gip, ai tempi di Tangentopoli quando su un conto chiamato “gabbietta“ era finita una maxi tangente destinata alll’allora cassiere del Pci-Pds Primo Greganti.

Con la due-giorni di perquisizioni sui vari obiettivi, tra l’altro, gli inquirenti hanno anche recuperare materiale relativo alla "pendrive contenente documentazione tecnica (così scrive il giudice, ndr. )" sulla maxi gara per il nuovo sistema di segnalamento per la linea verde del metrò. Una chiavetta che Bellini, il quale "giocava su più tavoli", avrebbe consegnato a responsabili di Alstom, anche se l’appalto poi fu vinto da Siemens. Ieri è stato perquisito anche l’ufficio della responsabile normative e gestione procedure di gara dell’Atm, Manuela Villa, il cui nome compare nelle intercettazioni del solito Bellini. In una conversazione, lui sottolinea: "Okay, dentro qua c’è una mia carissima amica che fa... che è la Villa che fa da segretaria e tutto, okay, lei è già d’accordo con me".

Villa era nella commissione esaminatrice della gara per il rinnovo del sistema di segnalamento della M2 milanese, che valeva 127 milioni ed è l’appalto più grande, dal punto di vista economico, finito sotto la lente della Procura. Al momento, però, nelle indagini non sono emersi elementi che possano far ritenere che Bellini, il quale avrebbe interferito, secondo il gip, sulle gare pubbliche di Atm degli ultimi due anni, possa essersi accordato con altri responsabili dell’azienda, anche se su questi aspetti verranno effettuati ancora accertamenti. Le accuse ai 35 indagati nell’inchiesta Atm, vanno a vario titolo dall’associazione a delinquere alla corruzione, dalla turbativa d’asta al peculato.