Milano, 2 luglio 2020 - Atm ha deciso di rescindere i contratti con tutte le imprese coinvolte nell’inchiesta della procura di Milano relativa alle 8 gare d’appalto per la realizzazione di lavori lungo le linee della metropolitana che, secondo gli inquirenti, sono state falsate attraverso il pagamento di tangenti e l’illecita anticipazione di informazioni utili ad aggiudicarsele. Detto altrimenti, si tratta dell’inchiesta che ruota intorno a Paolo Bellini, colui che, da funzionario Atm e, precisamente, da responsabile dell’Unità Amministrativa Complessa sugli Impianti di Segnalamento e Automazione delle metropolitane, teneva le redini del sistema e incassava le mazzette.
La rescissione è scattata non solo per i contratti relativi alle gare al centro dell’inchiesta giudiziaria – che complessivamente valgono più di 150 milioni di euro – ma per tutti quelli firmati da Atm con le imprese via via menzionate negli atti della procura, eccezion fatta per quei contratti che riguardano servizi, prestazioni e lavori che sono essenziali per il buon funzionamento delle linee e che devono essere assicurati con costanza. Per questi ultimi, Atm ha scritto all’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) chiedendo che si proceda al commissariamento, vale a dire, alla nomina di un commissario che, da persona terza, si sostituisca al management delle imprese nel rapportarsi alla stessa Atm. Di fatto, con il commissariamento, i lavori restano in capo all’azienda commissariata ma il suo management smette di metterci bocca. Non solo Anac, però. Atm si è rivolta anche al Politecnico chiedendo una valutazione sul capitolato della gara per il nuovo sistema di segnalamento della M2, la gara regina tra le 8 nel mirino dei giudici per effetto di una base d’asta di 101 milioni di euro. L’obiettivo è capire se in quel capitolato ci siano state omissioni che, a cantieri in corso, avrebbero potuto far lievitare il costo dei lavori, proprio come prospettato da Bellini alle imprese "per ingolosirle".
Ad annunciare le rescissioni e il ricorso all’Anac è stato Arrigo Giana, direttore generale di Atm, durante l’audizione davanti alla Commissione Mobilità del Comune. Dal punto di vista giuridico, Giana ha spiegato che la rescissione dei contratti è percorribile perché le imprese che firmano un contratto con Atm accettano, contestualmente, di rispettare il codice etico della stessa azienda di trasporto. Un vincolo al quale le dirette interessate sono venute meno, almeno secondo Atm, che per ora in questa vicenda è considerata come parte lesa.
Nel dettaglio , le imprese che compaiono nell’ordinanza del gip Lorenza Pasquinelli e alle quali sono stati revocati i contratti o se ne è chiesto il commissariamento sono: Gilc Impianti Srl, Engineering Informatica Spa, Alstom Ferroviaria Spa, Siemens Spa e CTF. Le parole di Giana, allora. "Le aziende coinvolte le buttiamo tutte fuori dalle scatole – questo l’incipit del direttore generale di Atm –. Stiamo rescindendo tutti i contratti in essere, non solo quelli oggetto di indagine, con le aziende coinvolte". Ma non solo. "Abbiamo dato mandato ai nostri avvocati di avviare un’azione legale – ha proseguito Giana – nei confronti di tutte le aziende che con il loro comportamento hanno causato dei danni ad Atm. Questa azione va oltre la costituzione di parte civile dell’azienda, che diamo per scontato. Sono azioni autonome di Atm nei confronti di tutte le aziende che hanno violato il nostro codice etico, un codice che si sono impegnate a rispettare firmando accordi con noi. Abbiamo, infatti, una clausola esplicita nei nostri contratti che i fornitori sottoscrivono e che prevedono l’adesione totale alle regole contenute nel nostro codice etico e individua la violazione di queste norme come causa di rescissione dei contratti da parte di Atm. In questo caso le motivazioni sono totalmente evidenti. Quindi questi signori, tutti fuori dalle scatole".
Quindi, ecco il ricorso all’Autorità Nazionale Anticorruzione: "Abbiamo interessato l’Anac perché alcuni contratti hanno a che fare con la continuità del servizio, non di tutti i contratti possiamo privarci – ha fatto sapere il direttore generale di Atm –. All’Anac abbiamo chiesto di stabilire e definire la procedura corretta per avviare il commissariamento di alcuni contratti, fondamentali per garantire ai cittadini il trasporto pubblico, e metterli in sicurezza dal punto di vista della legalità, sottraendo alle aziende ogni tipo di potere sulle attività, demandando i compiti a un soggetto terzo nominato dal Prefetto". Una procedura già sperimentata in occasione di alcuni cantieri per le opere direttamente o indirettamente connesse all’Expo 2015.