Milano, 25 giugno 2020 - Dopo un interrogatorio durato circa tre ore, il dirigente Atm Paolo Bellini, finito in carcere nell'ambito dell'inchiesta per presunte tangenti e appalti truccati per i lavori della metro, avrebbe fatto le prime ammissioni.
Secondo quanto si apprende, Bellini, considerato l'uomo chiave del 'sistema' avrebbe collaborato, rispondendo alle domande del gip Lorenza Pasquinelli e del pm Giovanni Polizzi. Per le misure anticontagio imposte per il Covid-19, l'interrogatorio si è tenuto in videocollegamento col carcere dove è stato portato il funzionario, arrestato assieme ad altre 12 persone.
Bellini, difeso dall'avvocato Massimiliano Leonetti, è accusato di associazione per delinquere, corruzione e turbativa d'asta (questi i reati principali). Stando all'inchiesta del pm Polizzi e del Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf di Milano, avrebbe truccato almeno otto gare pubbliche di Atm in cambio di mazzette e lavori in subappalto per imprese di cui era socio occulto. Indagate anche diverse società, tra cui colossi come Siemens Mobility e Alstom Ferroviaria, che avrebbero vinto alcuni appalti grazie alle informazioni fornite da Bellini.
Oggi proseguiranno gli interrogatori di alcuni degli altri 12 arrestati nell'inchiesta con al centro appalti per oltre 150 milioni di euro.