Milano, 8 maggio 2019 - Sono divesri gli spunti di riflessione offerti dalle 12 pagine dell’ordinanza nelle quali il gip Raffaella Mascarino dettaglia i tempi e i modi coi quali Gioacchino Caianiello ha avanzato al presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, la proposta definita «corruttiva» dalla procura.
Il primo spunto è già in queste righe: Caianiello, ex coordinatore varesino di Forza Italia, può evidentemente discutere di nomine coi più alti livelli di Palazzo Lombardia nonostante una condanna a 3 anni in via definitiva rimediata nel 2017 per una concussione risalente al 2005 con interdizione dai pubblici uffici. Lo ha fatto, stando all’ordinanza, il 22 marzo 2018 per proporre al governatore uno scambio: la nomina di Giuseppe Zingale alla “Direzione generale Istruzione, Formazione e Lavoro della Regione” in cambio di incarichi onerosi da assegnare a Luca Marsico, socio dello studio legale di Fontana, non rieletto nel 2018 in Consiglio regionale a causa del «boicottaggio – così lo definisce il gip – della sua campagna elettorale da parte di Caianiello», interessato a supportare Angelo Palumbo, invece eletto al Pirellone nelle file di Forza Italia e ora indagato. È lo stesso Fontana, si legge nell’ordinanza, ad essersi attivato, appena eletto, «sin da subito», per «trovare il modo di ricollocare professionalmente il suo socio di studio» e ad intrattenere «a tal fine una serie di incontri con Caianiello».
A complicare il ricollocamento di Marsico è stato l’intervallo temporale di 2 anni che i consiglieri regionali non rieletti devono rispettare prima di poter entrare nelle società controllatedalla Regione. Spunto nello spunto, Caianiello dice di aver parlato della promozione di Zingale con Loris Zaffra, ex presidente di Aler e pluripregiudicato per reati contro la pubblica amministrazione. Detto in sintesi: riecco un altro nome che evoca i tempi bui della Regione Lombardia. Ma Caianiello ha parlato di nomine anche quando il presidente lombardo era alla prese con la scelta degli assessori della sua Giunta, sconsigliandolo dall’affidare a Raffaele Cattaneo la delega a Infrastrutture e Trasporti, poi finita a Claudia Maria Terzi, mentre Cattaneo ha avuto quella all’Ambiente. La conversazione riportata nell’ordinanza risale al 24 marzo 2018 e Caianiello motiva la sua posizione sottolineando come «Cattaneo già in passato» avesse «creato problemi a Ferrovie Nord-Trenord» e come «sarebbe sconveniente» ripresentarlo per quell’assessorato.
Non ultime le nomine di Andrea Mentasti e Marco Onofri. Millanta e basta, Caianiello? Per ora ci sono i fatti registrati nell’ordinanza e riepilogati di seguito. Fontana non ha avallato lo scambio Marsico-Zingale proposto dall’ex coordinatore varesino di Forza Italia. Anzi, il governatore in questo episodio è considerato parte lesa, mentre Caianiello è accusato di «istigazione alla corruzione». Il gip sottolinea, però, come quest’ultimo abbia avuto «la capacità di turbare la psiche del pubblico ufficiale» perché lo stesso Fontana «ha espressamente ammesso di aver preso in seria considerazione la strada prospettatagli da Caianiello». In vista di un incontro fissato tra i due per il 3 aprile 2018 Fontana dice al suo interlocutore: «Ho voluto percorrere un’altra strada in modo che abbiamo delle alternative, poi insieme ci troviamo e decidiamo quale sia la migliore». Quanto a Cattaneo ha avuto l’Ambiente.
E in una conversazione del marzo 2018 con Zingale e Matteo Bianchi, massimo esponente della Lega a Varese, Caianiello riferisce: «Lui (Fontana ndr) dice che mi ha ascoltato nella vicenda Cattaneo». E ancora: «Lui (Fontana ndr) l’altro giorno, quando gli ho risposto agli auguri, mi dice: “Ho seguito il tuo consiglio”. La nuova Giunta regionale non è male». Non ha invece incontrato buona sorte l’indicazione di Caianiello di mettere Mentasti «a fare il direttore generale della Sanità»: Fontana lo ha infatti scelto per Pedemontana. Onofri è invece direttore dell’Agenzia di Controllo del Sistema Socio Sanitario come Caianiello dice di aver consigliato al governatore col supporto dell’assessore Giulio Gallera. Fatti che dovranno, ora, essere approfonditi dalla magistratura.
La posizione el presidente della Regione è al momento sotto esame della procura, come dichiarato dal procuratore capo Francesco Greco, per la soluzione scelta in alternativa a quella proposta da Caianiello. In un primo momento Fontana aveva fatto sapere di aver parlato di Marsico con Giovanni Toti, presidente forzista della Regione Liguria. Poi, il 24 ottobre 2018, il governatore ha nominato Marsico tra i componenti esterni del “Nucleo di valutazione e verifica deglio investimenti pubblici”, carica che garantirà al socio di studio 53mila euro nel triennio 2019- 2021. È questa la nomina sulla quale la procura vuole lumi. Da parte sua, il governatore già ieri ha riferito in Consiglio regionale, come chiestogli dal Pd, e ha fatto sapere «di non aver percepito (da Caianiello ndr) alcun atteggiamento corruttivo nelle interlocuzioni avute. Sono qui in Consiglio perché non ho alcun timore – ha rivendicato Fontana –. Vado avanti corretto e trasparente come sempre».