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Tangenti nella sanità: Brenicci al pm: "Mi dimetto da tutte le società"

L'imprenditore, arrestato lo scorso 10 aprile, ha stabilito una sorta di programma per i prossimi interrogatori e gli argomenti a cui intende fornire chiarimenti

Ospedale Gaetano Pini

Milano, 23 aprile 2018 - Caso tangenti nella sanità. Ha annunciato di volersi dimettere da tutte le società del Gruppo che ha guidato fino a prima di finire in carcere Tommaso Brenicci, l'imprenditore arrestato nell'ambito dell'inchiesta per corruzione con al centro il commercio di presidi ortopedici al Cto-Pini e al Galeazzi e interrogato oggi dai procuratori aggiunti di Milano Eugenio Fusco e Letizia Mannella.

Nel primo faccia a faccia, che si è tenuto stamane a San Vittore, l'imprenditore, le cui società sono tutte indagate in base alla legge sulla responsabilità amministrativa degli enti, oltre ad annunciare l'intenzione di lasciate le cariche, ha stabilito con i due pm una sorta di programma per i prossimi interrogatori che riprenderanno dopo il ponte del primo maggio. Alla presenza del suo difensore, l'avvocato Paolo Tosoni, Brenicci, per oltre un'ora, ha messo a punto, in accordo con i due magistrati, una 'tabella di marcia' indicando, capitolo per capitolo, gli argomenti a cui intende fornire chiarimenti. Chiarimenti che avverranno a più riprese. Al termine il suo legale dovrebbe chiedere o la revoca della misura cautelare o la sostituzione della misura cautelare del carcere nei domiciliari.

Brenicci è finito in cella lo scorso 10 aprile.  Lo stesso giorno sono stati posti ai domiciliari per l'Istituto Ortopedico Pini-Cto, Paola Navone, direttore sanitario, Giorgio Maria Calori, responsabile dell'unità operativa di Chirurgia ortopedica riparativa e Carmine Cucciniello, direttore dell'Unità di ortopedia correttiva. Per il Galeazzi, Lorenzo Drago direttore laboratorio analisi e Carlo Luca Romanò, responsabile di chirurgia ricostruttiva. Anche Paola Navone ha chiesto di rendere interrogatorio davanti ai pm e domani, il suo avvocato, Piero Magri, dovrebbe depositare in Procura una articolata memoria difensiva.