REDAZIONE MILANO

Tangenti in Lombardia, Riesame: "Tatarella deve restare in carcere"

Accusato di associazione a delinquere e corruzione

Pietro Tatarella

Milano, 28 maggio 2019 - L'ex consigliere comunale milanese Pietro Tatarella, candidato alle europee non eletto ed ex vicecoordinatore lombardo di Forza Italia, deve rimanere in carcere. Lo ha deciso il tribunale del Riesame di Milano che ha respinto la richiesta di revoca della misura cautelare avanzata da Tatarella coinvolto nella maxi inchiesta della Dda milanese.

Secondo i pm della Dda, avrebbe svolto il ruolo di procacciatore d'affari per l'imprenditore Daniele D'Alfonso, considerato uno dei capi di un sistema di corruzione, nomine illecite, appalti pilotati. In questo contesto, Tatarella sarebbe stato a 'libro - paga' di D'Alfonso che gli avrebbe corrisposto 5 mila euro mensili mascherati da finte consulenze, oltre ad altre utilita' e alla messa a disposizione della carte di credito per le vacanze in Sardegna.

Respinte dal Riesame anche le istanze presentate dalle difese di altri due indagati colpiti da misura cautelare, rispettivamente il carcere e l'obbligo di firma: Alessandro Petrone, ex assessore all'Urbanistica di Gallarate (Varese), coinvolto in una presunta vicenda di corruzione su una variante del piano regolatore locale, e Gian Maria Redaelli. Salgono così a 4 le istanze di revoca delle misure cautelari rigettate dal Riesame, dopo quella respinta ieri alla difesa del manager varesino Marcello Pedroni.