
"Niente confronto con i docenti": scatta l’occupazione al liceo classico Parini. Al suono dell’ultima campanella, circa una trentina di ragazzi ha deciso di non uscire da scuola ma di occupare l’aula magna dell’istituto e alcune aule di ricevimento. "Non vogliamo fermare le lezioni, non entreremo nelle aule, domani (oggi ndr) chi vorrà fare lezione potrà farlo" ha chiarito Alessandro di Miceli, rappresentante d’istituto del collettivo. Al centro della protesta la "poca comunicazione" tra studenti e professori che ha causato "un rientro in aula, dopo la didattica a distanza, massacrante per le troppe verifiche". Fin da subito i ragazzi hanno chiarito di voler passare la notte a scuola. Dopo la trattativa con la Digos e il preside si è arrivati ad un accordo: in 15 possono rimanere.
Come a gennaio il preside Massimo Nunzio Barrella ha deciso di passare la notte anche lui all’interno del liceo: "Da educatore non comprendo i motivi della protesta, si tratta di una esigua minoranza, chiedono un tavolo permanente tra studenti e una rappresentanza del collegio docenti ma non si capisce su cosa, dimenticando per altro che il dialogo con quell’organo è possibile fino ad un certo punto anche per il dirigente – ha spiegato il preside –. Nell’ultimo Consiglio d’istituto, una settimana fa, abbiamo ascoltato tutti l’intervento del rappresentante d’istituto per la lista del collettivo. Non è vero che non hanno avuto modo di parlare con noi". Alle finestre della scuola gli studenti hanno appeso due striscioni: "Parini occupato". "Quello che chiediamo è ciò che in molte scuole, dopo l’emergenza, è stato già avviato – ha rimarcato Simone Botti, membro del collettivo -. Scuole come il Bottoni o l’Einstein hanno infatti attivato commissioni di dialogo e confronto tra docenti e studenti, per capire come uscire rinnovate dopo l’emergenza: noi abbiamo più volte cercato ma non vi è stata alcuna reazione costruttiva". Il preside Barrella non ci sta: "Quando si dialoga bisogna anche saper ascoltare. I docenti sono professionisti, non ci si può mettere sul loro stesso piano quando si parla di valutazione e didattica". La protesta dovrebbe terminare oggi.
Federico Dedori