NICOLA PALMA
Cronaca

Tarfusser, altra sconfitta Dopo il caso Olindo e Rosa perde anche contro il Csm

No del Consiglio di Stato al ricorso per l’incarico di pg al Tribunale di Venezia. Nei giorni scorsi il procedimento disciplinare sulla revisione del processo Erba.

Tarfusser, altra sconfitta Dopo il caso Olindo e Rosa perde anche contro il Csm

di Nicola Palma

Due sconfitte in 24 ore. Prima il "no" alla revisione del processo di Erba. Poi lo stop definitivo del Consiglio di Stato al ricorso contro la mancata nomina del Csm. Settimana da dimenticare per Cuno Jakob Tarfusser (foto), sostituto pg della Corte d’Appello di Milano. Nei giorni scorsi, il magistrato altoatesino è finito sotto procedimento disciplinare della Cassazione su input della procuratrice generale Francesca Nanni, che gli ha contestato la violazione dei "doveri di correttezza, riserbo ed equilibrio" per aver depositato in cancelleria di propria iniziativa il 31 marzo la richiesta di revisione della condanna definitiva per i coniugi Olindo Romano e Rosa Bazzi, all’ergastolo per la strage di Erba. Un atto compiuto, l’accusa, "in palese violazione del documento organizzativo dell’ufficio, che assegna all’avvocato generale e al procuratore generale", e non ai sostituti, "la facoltà di richiedere la revisione di sentenze" in caso di nuove prove d’innocenza. Senza deleghe dal diretto superiore, per mesi Tarfusser avrebbe tenuto contatti con i legali della coppia, ricevendo consulenze scientifiche sulle presunte nuove prove a favore di Romano e Bazzi e depositando a Nanni la richiesta di revisione da inoltrare alla Corte d’Appello di Brescia. Una richiesta che probabilmente non verrà mai presentata. "Mi limito a dire che attendo con grande serenità e fiducia l’esito del procedimento nella consapevolezza di non aver fatto altro che il mio preciso dovere di magistrato", ha replicato Tarfusser. Che ieri ha incassato un altro "no", stavolta dal Consiglio di Stato.

Il sostituto pg si è rivolto ai giudici di Palazzo Spada per ottenere l’annullamento della sentenza del Tar del Lazio che a gennaio ha respinto il suo ricorso contro la nomina del collega Federico Prato a Procuratore generale presso la Corte d’Appello di Venezia, disposta dal Consiglio superiore della magistratura il 17 novembre 2021. In primo luogo, il legale di Tarfusser ha contestato una carenza di motivazione da parte del plenum del Csm, che si sarebbe limitato a fare propria "acriticamente" la valutazione della commissione consiliare. Inoltre, per il magistrato la decisione dell’organo di autogoverno avrebbe "svalutato" la sua esperienza direttiva, "per 8 anni (dal 2001 al 2009) procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Bolzano", e non tenuto in sufficiente considerazione "la prestigiosa e qualificante esperienza fuori ruolo di giudice della Corte internazionale penale dell’Aja" dal 2009 al 2019. Entrambi i motivi sono stati respinti. Sul primo, i giudici hanno sottolineato che "il Consiglio superiore ha inteso fare propria non solo l’ipotesi di delibera formulata dall’organo consiliare, ma anche le relative ragioni". Sul secondo, il cursus honorum di Tarfusser è stato considerato meno rilevante di quello di Prato, perché, "pur titolare di una significativa esperienza direttiva di un ufficio di primo grado, peraltro caratterizzata da un’intensa attività organizzativa e dai positivi risultati, egli vanta, in secondo grado, una ridottissima esperienza nel lavoro giudiziario (6 mesi) e nessuna esperienza di collaborazione". Da qui la (seconda) bocciatura.