
La protesta contro il ministro Valditara
Milano, 14 marzo 2025 – Da ieri c’è una nuova targa all’istituto Molinari a ricordare Sergio Ramelli, militante del Fronte della Gioventù aggredito da esponenti di Avanguardia operaia esattamente 50 anni fa e poi morto in ospedale il 29 aprile, poco prima di compiere 19 anni. Sostituisce quella messa nel 2008 nella scuola che aveva frequentato. Come allora, le polemiche non sono mancate, tra inviti all’unità e accuse di propaganda e revisionismo.
Il Consiglio d’Istituto del Molinari si è espresso contro la nuova targa; e un gruppo di insegnanti ha inviato una lettera al Ministero proponendo piuttosto un confronto sugli anni di piombo. Ma la targa è arrivata comunque.
La protesta
“Valditara, la nostra scuola non è il tuo palco”, recitava uno degli striscioni esposti in un (blindatissimo) presidio di protesta organizzato davanti ai cancelli della scuola dal collettivo degli studenti, con l’adesione di Cub e centri sociali.
“Fuori i fascisti dalle scuole”, hanno urlato a più riprese i partecipanti all’arrivo del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, che ha scoperto la targa insieme al sottosegretario Paola Frassinetti. “Ho voluto che questa giornata fosse trasformata in una giornata simbolica, di come si debba rispettare chiunque abbia delle idee anche diverse”, ha detto Valditara. Per questo, la scritta della targa, sempre nella stessa collocazione, è cambiata “In ricordo di Sergio Ramelli, studente di questo istituto ucciso per le sue idee il 29 aprile 1975” con l’aggiunta di quel “per le sue idee”, oltre al logo del Ministero che “arricchisce e chiarisce” il concetto.
“Che la targa ci fosse già avvalora il fatto che non c’era niente in contrario. Metterci la sigla del Ministero non mi sembra così dirompente. Sinceramente non mi sembra un’imposizione così micidiale”, ha osservato Frassinetti ricordando anche un’altra vittima degli anni di piombo, Fausto Tinelli, esponente del centro sociale Leoncavallo ucciso a 18 anni con Lorenzo Iannucci il 18 marzo 1978.
“Soprattutto quelle di Tinelli e Ramelli sono morti disarmanti e mi piacerebbe molto ci fosse una memoria condivisa”, ha chiosato.