Milano, 18 maggio 2018 - L'abolizione della tassa di soggiorno inserita nel Contratto di Governo tra Lega e Movimento 5 Stelle «è un attacco mortale alla valorizzazione dei beni culturali e alla capacità di sostegno della produzione culturale per le amministrazioni locali» e «rischia di provocare la chiusura di alcuni musei». Parole dell’assessore comunale alla Cultura Filippo Del Corno, che prima affonda il colpo contro la scelta contenuta nel Contratto tra lumbard e grillini («In considerazione del rifinanziamento delle risorse a favore degli enti locali prevediamo di abolire la tassa di soggiorno», si legge nell’ultima bozza del Contratto) e subito dopo sottolinea: «La tassa di soggiorno rappresenta per il Comune di Milano e per tutte le amministrazioni locali d’Italia la principale fonte di sostegno delle politiche culturali, perché è strettamente legata al principio di attrattività turistica». L’assessore prosegue elencando i numeri milanesi: «La tassa di soggiorno vale per il Comune di Milano 35 milioni di euro all’anno. Il bilancio della spesa corrente per la direzione centrale Cultura è di 25 milioni di euro. Se venissero a mancare quei 35 milioni di euro, insomma, sarebbero tagliati i 25 milioni per la Cultura perché le due entrate sono strettamente correlate».
Il Sindaco Giuseppe Sala condivide l’allarme lanciato dall’assessore: «Sono preoccupazioni lecite e logiche che abbiamo». Milano sta già studiando un piano B per evitare la chiusura dei musei in caso di abolizione dell’imposta? Non si tratta di una tassa di scopo e dunque l’amministrazione potrebbe recuperare le risorse perse da altri capitolati di spesa. O no? «Non è una tassa di scopo, ma è strettamente correlata alle iniziative culturali e non grava sui cittadini milanesi, ma sugli extracomunitari», spiega Del Corno. Quest’ultima frase è una provocazione politica che l’assessore indirizza al partito che ha insistito di più per inserire l’abolizione dell’imposta di soggiorno nel Contratto di Governo: la Lega. Sì, proprio il partito che mette spesso e volentieri nel mirino gli extracomunitari. Ma non gli stessi che frequentano gli alberghi. Del Corno, non a caso, spiega: «La tassa di soggiorno è progressiva (si paga di più o di meno a seconda delle stelle del proprio hotel, ndr) e ottiene i maggiori introiti dai turisti extracomunitari: penso ad americani, cinesi, giapponesi e coreani che visitano le nostre città e utilizzano strutture alberghiere di primo livello e quindi pagano la tassa di soggiorno più alta». L’assessore conclude così il suo ragionamento politico: «La tassa di soggiorno fu istituita da un Governo di centrodestra ed è una misura estremamente intelligente e utile, che attribuisce alle autonomie locali una responsabilità diretta su spese e investimenti. Che la voglia abolire la Lega è curioso».
La replica dei leghisti non si fa attendere. Il deputato e capogruppo in Comune Alessandro Morelli precisa che «la tassa di soggiorno deve essere rivista per arrivare a essere un investimento di scopo a favore del turismo» e aggiunge: «Piuttosto che pensare alle tasse, Sala pensi a mettere in sicurezza le periferie, a non alzare il biglietto Atm a due euro e a investire sul futuro della città».