M.CONS.
Cronaca

Staccò orecchio a tassista, body builder: "Lo risarcisco"

Bini gli darà 28mila euro

Il fermo immagine diffuso dalla Polizia di Stato mostra l'aggressione

Milano, 10 febbraio 2018 - Gli staccò a morsi un pezzo di orecchio, ora lo risarcirà con 28 mila euro più 5 mila di spese legali. Dopo due mesi ai domiciliari è tornato in libertà il bodybuilder Antonio Bini, a giudizio per lesioni aggravate dai futili motivi dopo l’aggressione a un tassista avvenuta per una banale lite di viabilità nei pressi della stazione Centrale, dovrebbe poi uscire dal processo con alcuni mesi di messa alla prova, periodo nel quale si dedicherà a lavori socialmente utili. Dopo il risarcimento, i difensori dell’autista Pier Federico Bossi, gli avvocati Sostene Invernizzi e Mauro Mocchi, hanno ritirato la costituzione di parte civile del loro assistito. I legali del 29enne Bini, gli avvocati Beatrice Saldarini e Patrizia Pancanti, hanno chiesto e ottenuto dal giudice Carlo Cotta la revoca della misura cautelare per il loro assistito. E hanno avanzato la richiesta di sospensione del processo con messa alla prova: il giudice deciderà all’udienza del 26 febbraio.

Dopo l’aggressione subita, il tassista era stato trasportato all’ospedale Niguarda dove gli era stato ricucito il pezzo di orecchio staccato. Aveva anche riportato la rottura del naso e la lussazione di una spalla. Nell’udienza di convalida dell’arresto per direttissima, il bodybuilder si era difeso affermando che il tassista lo avrebbe provocato con la frase: «Picchiami picchiami, tanto io sono del mestiere». Uscendo dall’aula, Bini aveva anche mostrato ai cronisti il dito ferito che, come aveva detto lui stesso in udienza, gli avrebbe morsicato il tassista durante la colluttazione.

Secondo le indagini, la discussione tra i due automobilisti era iniziata la mattina del 28 novembre intorno alle 7, dopo che il tassista aveva appena accompagnato un cliente si era fermato all’angolo tra via Lepetit e via Vitruvio per bere un caffè. Al momento di riprendere la marcia con la propria Citroen, non si era però accorto di una Yaris guidata da Bini, che aveva evitato l’impatto sterzando bruscamente. Come ripreso dalle telecamere della zona, dopo una serie di insulti reciproci i due si erano fermati poco distante venendo alle mani. «La diffusione da parte della Polizia del video che mostrava la colluttazione tra il mio assistito e il tassista non aiuta la giustizia», si è lamentata ieri l’avvocata Beatrice Saldarini dopo l’udienza in cui è stato sancito l’accordo. «La cosa che desta più preoccupazione in questa vicenda - ha aggiunto – è proprio quel video dato in pasto al pubblico. Un elemento processuale diffuso per il solito desiderio di divulgare, come se fossero delle fiction, dei fatti di cronaca». E per l’avvocato «anche l’entità del risarcimento è stata influenzata dal risalto mediatico dato all’episodio», scaturito da una banale lite stradale.