NICOLA PALMA
Cronaca

Milano, due tassisti rifiutano la corsa a chi non paga in contanti: sospesi

Gli episodi sono avvenuti sempre nella zona della Stazione Centrale il 23 novembre e il 19 dicembre 2023

Pagamento col Pos a bordo di un taxi

Pagamento col Pos a bordo di un taxi

Milano – I casi sono quasi identici. Sono capitati nella stessa zona della città, in Stazione Centrale. E sollevano per l’ennesima volta un argomento che è da sempre un nervo scoperto nel rapporto tra tassisti e clienti: l’uso delle carte di pagamento con il Pos. Due tassisti milanesi sono stati pesantemente sanzionati nei giorni scorsi per essersi rifiutati di far salire passeggeri che non avevano contanti per saldare la corsa. Il primo caso in ordine di tempo, stando a quanto messo nero su bianco nelle determine dirigenziali che hanno ratificato le decisioni della commissione tecnica disciplinare, è avvenuto il 23 novembre 2023: alle 22, il conducente in regolare turno di servizio “chiedeva in piazza Luigi di Savoia ai clienti in attesa se volessero effettuare una corsa pagando in contanti e, in caso di risposta negativa, rifiutava la corsa”.

Da quanto si legge nel provvedimento, la condotta è stata punita dalla polizia locale, che poi ha inviato il verbale all’organismo che si occupa di analizzare i presunti comportamenti scorretti degli autisti del trasporto pubblico non di linea. Esaminata la ricostruzione dell’accaduto, i commissari hanno riscontrato la violazione dell’articolo 60 del Regolamento del bacino di traffico del sistema aeroportuale lombardo, che fissa gli obblighi generali dei conducenti: tra questi, c’è pure quello di “essere, durante l’attesa nei posteggi o presso le banchine di carico di aeroporti, stazioni e poli espositivi (con l’eccezione delle aree di accumulo), a disposizione del pubblico, in prossimità della propria autovettura e comunque in grado di rispondere tempestivamente alle richieste”.

L’entità della sanzione è stata stabilita sulla base dell’articolo 55, che spiega che, in caso di recidiva “per violazione di una medesima fattispecie entro cinque anni dall’irrogazione della sospensione”, si applica “la sospensione precedentemente inflitta maggiorata del cinquanta per cento, con arrotondamento all’eccesso”. Tradotto: se nella precedente occasione, i giorni di stop erano stati 30, stavolta il numero è stato aumentato a 45.

Stesso discorso per quanto successo alle 22 del 19 dicembre 2023, sempre nei pressi dello scalo ferroviario più importante della città: “Il tassista titolare della licenza ha rifiutato una corsa tenendo un comportamento scorretto verso l’utente e, inoltre, chiedeva ai clienti in attesa se volessero effettuare corse pagando esclusivamente in contanti e, in caso di risposta negativa, rifiutava la corsa”. In questo caso, quindi, la condotta è stata ritenuta ancor più grave, con ripercussioni inevitabili sulla sanzione da comminare: il precedente risalente a meno di cinque anni fa, punito all’epoca con una sospensione dal servizio di 45 giorni, ha portato a un stop temporaneo di 68 giorni, vale a dire la somma di 45 più 22,5 (la maggiorazione della metà) con arrotondamento per eccesso.

Ora i conducenti potranno impugnare la decisione al Tribunale amministrativo della Lombardia per far valere le proprie ragioni, già sostenute in commissione con i rispettivi legali di fiducia. Da tempo, la questione Pos è una di quelle che portano più critiche alla categoria, anche se i tassisti si sono sempre difesi sostenendo che ormai la stragrande maggioranza lo utilizza abitualmente. A loro sostegno, i conducenti portano anche i numeri dell’indagine “Mystery Client” di Regione Lombardia, che ogni anno valuta con passeggeri anonimi il livello del servizio su vari fronti: il report del 2023 diceva che il 98,8% delle vetture passate al setaccio avevano a bordo il Pos (-0,4% rispetto al 99,2% del 2022) e che nel 97,9% dei casi (-0,4% rispetto al 2022) i tassisti avevano accettato il pagamento con bancomat o carta di credito.