Pietro
Gagliardi*
La crisi-Covid si è abbattuta pesantemente anche dal punto di vista economico su tutti i settori
produttivi e imprenditoriali. Soprattutto il comparto del trasporto pubblico non di linea continua ad affrontare una crisi economica senza precedenti, con la categoria Taxi in ginocchio. Gli interventi messi in campo attraverso provvedimenti legislativi che miravano a dare un sostegno economico ad imprese e lavoratori, nel nostro settore non hanno avuto alcun effetto perché totalmente insufficienti. In aggiunta ad una situazione economica gravissima, che non prospetta soluzioni, continuiamo a registrare un colpevole silenzio da parte degli uffici del ministero dei Trasporti rispetto ai decreti attuativi e riguardo al Dpcm relativo alle applicazioni tecnologiche. Ogni data fissata è stata abbondantemente oltrepassata, ignorando tutte le sollecitazioni inerenti il testo. Inutile sottolineare l’importanza che l’emanazione e l’attuazione di tali decreti riveste per l’intera categoria, rispetto a una situazione di abusivismo dilagante che continuiamo a denunciare. Ad oggi, purtroppo, dal punto di vista economico sono stati emanati solo semplici dilazioni e interventi meramente di facciata. L’esigenza di una regolamentazione chiara, volta a disciplinare, finalmente, il trasporto pubblico non di linea, rischia di finire nel gran calderone politico, dove i legittimi interessi dei lavoratori del comparto non devono essere messi in discussione. La categoria è stanca di attendere. Le organizzazioni sindacali stanno sviluppando una serrata campagna di sensibilizzazione e mobilitazione. Già programmato un fermo nazionale del servizio per il 6 novembre. Attendiamo risposte concrete per interventi economici “veri” a sostegno di tutti gli operatori.*Delegato settore taxi Claai-Unione Artigiani Mi-Mb