
Silvia Stoyanova e Taylor Swift
Milano – Taylor Swift nei suoi concerti a Milano del 13 e 14 luglio 2024 dovrà fare i conti anche con le 32mila firme raccolte, in neanche tre settimane, da Silvia Stoyanova per permettere anche ai disabili di assistere allo show.
Vietato ai disabili
“Mi chiamo Silvia, ho 35 anni, vivo a Milano, sono una ragazza sulla sedia a rotelle e sono una grande fan di Taylor Swift” dice nel suo messaggio lanciato sui social Stoyanova, che poi spiega come – nonostante abbia acquistato un biglietto VIP per l’evento – non potrà accedere a San Siro proprio perché è costretta su una sedia a rotelle.
L’appello
L’obiettivo del suo appello, lanciato sulla piattaforma Change.org, è convincere l’organizzazione del concerto a installare uno spazio aggiuntivo per le persone con disabilità per consentire a un numero maggiore di disabili di partecipare all’evento. “In Italia per fortuna – spiega – abbiamo un precedente grazie a una ragazza che si è battuta per una seconda pedana per disabili all'Arena di Verona, quindi sappiamo che è possibile”.
Per ultimi
Silvia spiega che “come tutti i disabili in Italia, ho dovuto compilare un modulo scaricabile sul sito degli organizzatori italiani dell'evento, allegare la mia documentazione di invalidità e spedirlo via mail. Mi era stato spiegato telefonicamente che si sarebbero presi la briga di "occuparsi" di noi disabili una volta esauriti i biglietti in vendita su Ticketone (stiamo parlando dei biglietti riservati a chi non ha problemi motori, come se noi disabili appartenessimo a una categoria di serie B, e per l'ennesima volta non abbiamo gli stessi diritti e priorità alla pari di chi cammina)”.
Biglietto da 300 euro
"In attesa di essere ricontattata da loro mi sono mossa per conto mio e mi sono comprata un biglietto Vip fronte palco, zona prato (è vero che ho speso la bellezza di 300 euro ma almeno ero sicura che fosse una zona accessibile per la sedia a rotelle, in quanto priva di gradini)”, prosegue l’autrice della campagna.
Esclusi dagli organizzatori
Una volta chiuse le vendite – continua la ragazza – l’organizzatore ha scelto chi poteva entrare e chi no. “Il criterio con cui sono state prese tali decisioni – denuncia Stoyanova – non è mai stato reso noto. Io rientro tra le persone che sono state escluse dall'evento. Allora ho chiamato l'agenzia comunicando loro che mi sono comprata un biglietto Vip zona prato fronte palco (area accessibile con la sedia a rotelle) e la loro risposta è stata ‘In ogni caso, seduta sulla sedia a rotelle, non puoi partecipare pure avendo quel biglietto’, lasciando intendere che se io fossi in grado di alzarmi e camminare non ci sarebbe alcun problema”.
Uno spazio per i disabili
“Mi rendo conto che sia impossibile far entrare tutti i disabili che hanno inviato la loro richiesta – dice ancora la giovane – ma siamo certi che la costruzione di un ulteriore spazio per disabili, seppur limitato, possa permettere a qualche persona in più di assistere al concerto”.
Confinati vicino ai bagni
L’autrice specifica anche che “fino al 2000, i posti riservati ai disabili erano quelli in prima fila, proprio davanti al palco. Dal 2000 in poi i disabili sono stati messi in fondo alle sale, sempre più lontano dai palchi e in alcuni casi (ad alcuni concerti all'aperto), posizionati accanto ai bagni mobili che sotto il sole cocente rendono l'aria irrespirabile, o anche posizionati su palchi dove le transenne sono proprio all'altezza dei loro occhi e gli impediscono la totale visuale. Questo perché i posti in prima fila, che prima erano nostri, adesso vengono venduti come pacchetti VIP a prezzi esorbitanti. E sono sempre gli organizzatori a gestire tutto questo; perché sono certa che se dipendesse dal Ministero della Disabilità le cose sarebbero gestite diversamente.”
L'esempio degli Usa
“In America, in Giappone e in altri paesi europei le cose non stanno così e c'è una maggiore organizzazione. Per esempio in America i disabili hanno diritto di comprare un biglietto in zone accessibili con la sedia a rotelle (stiamo parlando di posti scelti da loro) e potersi godere lo spettacolo insieme ai loro amici e alle loro famiglie”.
Persone di serie B
“Chiedo agli organizzatori – conclude la promotrice della petizione – di smettere di vederci come persone di serie B, comprendere che non possono pensare solo al loro profitto ma devono pensare anche alle persone malate che stanno lasciando sui marciapiedi davanti allo stadio. C'è bisogno che comprendiate che state lasciando a casa persone malate che non hanno il lusso di aspettare altri 13 anni affinché Taylor Swift ritorni in Italia. C’è bisogno che comprendiate che i disabili hanno il presente e che nessuno, nemmeno voi, deve strapparci via un sogno.”