Milano – “Adesso basta. Quella dei lavori al Teatro Ringhiera è una storia infinita, anzi un incubo". Non usa mezzi termini Nadia Fulco, condirettrice artistica di Atir (Associazione Teatrale Indipendente per la Ricerca) insieme ad Arianna Scommegna e Mattia Fabris, e responsabile dei progetti sociali e per il territorio di Atir, parlando dell’iter comunale per la riqualificazione del teatro di via Boifava chiuso dal 2017. "Noi di Atir e molti cittadini del quartiere non possiamo non essere indignati per il fatto che dopo sei anni il Teatro Ringhiera non abbia ancora riaperto – continua Fulco – . Noi abbiamo vissuto per dieci anni il Ringhiera, dal 2007 al 2017 è stata la nostra casa e ci sentiamo cittadini di quel quartiere. L’indignazione per i ritardi accumulati nella riqualificazione del teatro e l’amore per quel luogo sono due facce della stessa medaglia. Dunque chiediamo con forza al Comune di rispettare l’impegno preso e riaprire il Ringhiera quanto prima. Da settembre faremo pressing sull’amministrazione, in vari modi, con iniziative dal basso, perché non ci siano ulteriori slittamenti dell’approvazione del progetto e dell’avvio dei lavori. Questa è la priorità, al di là del fatto che saremo noi di Atir o altri a gestire il teatro".
Il primo passo da sollecitare al Comune è l’approvazione in Giunta del progetto di restyling del Ringhiera, un progetto da 1.176.000 euro finanziato anche con fondi della Fondazione Cariplo, di Intesa Sanpaolo e dell’Art Bonus. Il "sì" della delibera era atteso entro la pausa luglio, ma è slittato a settembre. Se il provvedimento fosse approvato entro il mese prossimo, potrebbe essere avviata subito la gara d’appalto e i lavori potrebbero partire nel gennaio 2024. Ma, visti i ritardi e i rinvii degli ultimi anni, il condizionale resta d’obbligo.
Il presidente del Municipio 5, Natale Carapellese, è netto e si aspetta che Palazzo Marino rispetti gli impegni presi: "Noi pretenderemo che la delibera sul progetto di riqualificazione del Ringhiera venga approvata a settembre. Se così non fosse, vorrebbe dire che non ci siamo proprio. Daremo battaglia, perché l’assessore comunale alla Cultura Tommaso Sacchi e i tecnici comunali hanno preso precisi impegni sui tempi per i lavori relativi al teatro di via Boifava. Questi problemi procedurali e burocratici vanno risolti in tempi brevi. Per avviare i lavori entro l’inizio del 2024, la delibera della Giunta comunale va approvata entro e non oltre settembre".
Da quando il Ringhiera è chiuso, intanto, un gruppo di anziane residenti del quartiere – che si sono autodefinite le “pianiste’’, dalla ’"piana’’ davanti al teatro, piana che da oltre 10 anni si chiama piazzale Fabio Chiesa, dal nome di un attore di Atir scomparso prematuramente – con il supporto di Atir e altre associazioni della zona si è fatto carico di pulire il piazzale davanti al Ringhiera ed evitare che la chiusura del teatro determini degrado nell’area circostante. Cittadine attive, che ci tengono al proprio quartiere e che attendono che il Comune rispetti la promessa e riapra il teatro di via Boifava. "I cittadini attivi sono una risorsa, ma non bisogna approfittarne", chiosa Fulco.
Atir, nel frattempo, va avanti con l’organizzazione di laboratori teatrali nei Cam di via Palmieri (uno per over settantenni, uno per persone con disabilità e uno serale per adulti professionisti) e di via Boifava (uno per cittadini abili e diversamente abili).