Sotto la pioggia battente è spuntato il terzo “accampamento” di Milano a sostegno del popolo palestinese: la protesta, partita dall'università Statale di Milano e approdata sabato al Politecnico, si è allargata ora alla Bicocca.
Mentre alla Statale la “acampada” si è spostata all’interno dell’edificio, davanti all’aula magna e nei corridoi del primo piano, in Bicocca sette tende – in ricordo della Nakba, l’esodo palestinese del 1948 – sono state montate all’alba sotto il portico dell’U6 “in solidarietà con il movimento internazionale che si sta sviluppando in tutto il mondo per denunciare il genocidio di Israele nei confronti del popolo palestinese e la complicità delle università italiane in questo”.
Di qui le richieste inviate alla rettrice della Bicocca Giovanna Iannantuoni, presidente della Conferenza dei rettori, dagli studenti che si firmano Unimib for Palestine: “Chiediamo una presa di posizione al fianco del popolo palestinese e di denuncia dell'aggressione militare israeliana nei confronti della popolazione della striscia di Gaza; il boicottaggio e la rescissione degli accordi tra l'università Bicocca e tutte le istituzioni complici del regime di apartheid israeliano, come le università che sorgono nei territori occupati in violazione del diritto internazionale e che svolgono ricerca volta allo sviluppo militare”.
Insieme alla rescissione di tutte le collaborazioni “con aziende che collaborano con lo stato israeliano”, si chiede la pubblicazione di tutti gli accordi che l'università intrattiene con aziende e università (italiane e non) e un incontro pubblico con la componente studentesca e accademica per ridiscutere dei criteri e delle scelte che la Bicocca prende nell'accettare e stilare questi accordi.