ROBERTA RAMPINI
Cronaca

Tentato omicidio a Novate Milanese: resta in carcere il 45enne

Minako Manxhar era stato arrestato in flagranza nella notte tra sabato e domenica. Aveva sparato a uno dei figli della compagna

La lite, il raid e lo sparo. Un colpo di pistola al figlio della compagna. Il 18enne è gravissimo

I carabinieri nel palazzo di via XXV Aprile a Novate Milanese, hinterland Nord

Novate Milanese, 9 ottobre 2024 – Resta in carcere Minako Manxhari, il 45enne albanese arrestato in flagranza nella notte tra sabato e domenica dai carabinieri della compagnia di Rho per il tentato omicidio di uno dei figli della compagna, Maskmn 18enne ucraino.

Lo ha deciso il gip di Milano Domenico Santoro convalidando il provvedimento disposto dal pm Paolo Storari. L'uomo secondo la ricostruzione dei militari del Nucleo radiomobile di Rho e della stazione di Novate avrebbe sparato un colpo di pistola contro il 18enne al culmine di una lite, ferendolo gravemente al collo.

I carabinieri all'ingresso dell'edificio in cui il diciottenne è stato colpito (Spf)
I carabinieri all'ingresso dell'edificio in cui il diciottenne è stato colpito (Spf)

Il ragazzo ferito

Il ragazzo trasferito d'urgenza all'ospedale Niguarda di Milano, sottoposto ad un intervento chirurgico, ora non è più in pericolo di vita e nei prossimi giorni sarà ascoltato dagli inquirenti. Lui quella notte non era in casa, quando c’è stata una violenta lite domestica tra la mamma, un 39enne ucraina e il 45enne.

Le urla della donna, hanno svegliato il fratello di 15 anni e la sorella di 6 anni, figlia della coppia. È stato il fratello più piccolo a dare l'allarme, è uscito di casa ed è andato a cercare il 18enne che era fuori con amici.

Maskim spalleggiato da altri cinque amici è andato nell'appartamento di via XXV Aprile per dare una lezione al patrigno. Ci sarebbe stata una discussione accesa in casa, continuata poi in strada dove l'uomo ha estratto una pistola, una Beretta 84, risulta illegalmente detenuta, e ha colpito al collo il figliastro. Sul posto sono arrivati i carabinieri e un'ambulanza.

Fermato e accompagnato in caserma l'albanese è stato interrogato dal pm di turno Storari, ha ammesso l'errore commesso, ha spiegato che da quando sono arrivati i due ragazzi dall'Ucraina, il clima a casa era diventato sempre più pesante e che spesso era stato aggredito e insultato dai due fratelli. All'uomo viene contestato anche il porto abusivo dell'arma da fuoco e la ricettazione della stessa, risultata rubata nel 2013 a Sassuolo. In casa aveva altre 40 cartucce dello stesso calibro.